The italian Job IL MITO DELLE MINI DI SCENA A TORINO

The italian Job IL MITO DELLE MINI DI SCENA A TORINO

Per appassionati e collezionisti della vecchia Mini, The italian Job è il titolo di un film che fece epoca dove le protagoniste erano tre auto che, dopo un furto di lingotti d’oro a Torino, si danno ad una fuga rocambolesca per i luoghi piu’ classici della citta con scene spettacolari. Indimenticabili quelle dell’attraversamento del Po alla diga dei Murazzi, sul tetto di Palazzo a Vela, nel sottopasso di Porta Nuova, sotto i portici o sul tetto del Lingotto.  Il film , girato cinquant’anni fa, ha avuto un remake nel 2003 , con protagoniste le vetture di nuova  produzione  , luogo di inseguimenti e fughe Los Angeles. Tra l’altro forse non tutti sanno che le Mini del film sono state costruite appositamente con motori elettrici per poter girare le scene nella citta’ statunitensae.

Ma The Italian Job è anche un’associazione benefica nata nel 1990 che si occupa di opere e progetti a sostegno della gioventu’ disagiata, e raccoglie fondi per queste iniziative. Tra queste , il classico viaggio con le Mini dall’Inghilterrea all’Italia, destinazione Torino e i luoghi del film. La manifestazione, un tempo riservata agli inglesi, ha lentamente coinvolto anche gli appassionati italiani, che in questa edizione sono stati felici di affiancare gli appassionati d’oltre manica. Cosi’, nella giornata del primo di novembre, 32 Mini inglesi e 19 italiane si sono unite per festeggiare il cinquantesimo anniversario dello storico film.

Salendo la vecchia rampa elicoidale dello stabilimento   del Lingotto , sul tetto dello stabilimento per le foto di rito, dopo aver percorso l’affascinante curva sopraelevata , via per un lungo corteo per il centro di Torino, rivivendo  i luoghi del mitico film,  Palazzo Vela, i Murazzi, gli scaloni della Gran Madre, i portici di Piazza Vittorio  e piazza San Carlo.

Con una simpatica cerimonia si è svolta la consegna dei contributi raccolti a favore dell’Ospedale Infantile Regina Margherita, , una somma di settemila euro destinata all’acquisto di un’apparecchiatura  laser di nuova concezione  che a tutt’oggi nessuna struttura pubblica possiede.

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