Anche Fabrizio Cecchini, all’epoca coordinatore tecnico del team, ricorda quell’esordio come qualcosa di unico e, forse, irripetibile: “È stata un’esperienza fantastica: fino a quel momento avevo lavorato in team già avviati, dove tutto è pù facile, mentre in questo caso la squadra andava costruita da zero. In quel 1997, da gennaio fino alla prima gara in Malesia, lavorai giorno e notte per preparare tutto. Oggi, sinceramente, non so se riuscirei a ripetere una cosa del genere: fu un duro lavoro, però ampiamente ripagato dalla soddisfazione. A Shah Alam avevamo effettuato dei test una settimana prima della gara e ricordo che completammo una simulazione di gara con un potenziale da podio: ritrovarsi in mezzo a tutti i top team ufficiali ed essere già così competitivi, con una moto privata, è stato incredibile. Difatti, prima di accusare problemi al cambio, Alex in gara occupava la quinta posizione. I bei ricordi sono legati anche al lavoro che poteva essere effettuato sui motori a 2 tempi: riuscimmo a far andare veramente forte quel bicilindrico… anche troppo, forse, dato che per tutto l’anno soffrimmo problemi al cambio”.
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