Questa settimana Axiver ha incontrato ed intervistato per voi il giovani portacolori del Team Italia Enduro Nicolas Pellegrinelli, impegnato attualmente alla Six Days di Enduro che si svolgerà dall’ 8 al 13 agosto a Kotka, Finlandia.

In Enduro / Motorally

Nicolas Pellegrinelli,  17 anni,  ha già al suo attivo 3 titoli italiani, un trofeo europeo – coppa Europa nel 2009, e 4 regionali, tutti in sella ad un 50 (due titoli aspiranti 50 e due cadetti). Passato nel 2010 alla 125 ha chiuso il campionato con il titolo di vice campione. E’ nato ad Esine nel febbraio 1994,

Raccontaci com’è nata la tua passione per la moto?

“Veramente è una passione che non si capisce bene, non si sa da dove venga. In casa mia non c’era neanche una persona con la passione della moto. Tutti calciatori! Ho uno zio che gira con la moto da strada ma nulla di più”.

Ma tu quando hai cominciato ad interessarti alle due ruote?

“Da quando ero piccolo guardavo il Supercross in tivù, quando correva Carmichael, e mi è sempre piaciuto. Tutta la famiglia si meravigliava. In un paio di occasioni, in estate, mi hanno mandato a giocare a calcio, ma si sono accorti tutti subito che non era il mio sport, non sapevo da che parte girarmi. Così abbiamo lasciato perdere il calcio ma io continuavo a chiedere la moto e finalmente, quando ho compiuto 11 anni, mi hanno preso un Kawasaki 85. E da lì è cominciata la mia avventura”.

Come hai mosso i primi passi?

Il primo che ho conosciuto è stato Costante Bontempi, presidente del Moto Club Sebino che mi ha consigliato di fare una garetta di regionale tanto per provare e così ho fatto. Sono andato a Misinto, il 20 marzo del 2005 (ricorda la data con chiarezza !!) a correre e ho vinto. Non ci credevo neanche io – e dopo una pausa aggiunge – in realtà nessuno ci credeva. Ed è stato a quel punto che Costante ha detto “qui qualcosa di buono c’è” e così siamo andati a fare anche le altre gare”.

Il tutto senza allenamento, o quasi?

“La moto l’avevo comprata l’11 febbraio – il giorno del compleanno – e prima di allora non ero mai salito in sella. Giravo nel cortile di casa, e in un parco giochi che c’è vicino a casa mia – racconta con semplicità e con un mezzo sorriso di timidezza – e dopo poco più di un mese ho fatto la mia prima gara. Il meccanico che mi ha venduto la moto era stupito anche lui: quando son salito in sella la prima volta sapevo già usare le marce. Mi è venuto naturale. L’avevo visto fare in televisione, conoscevo la tecnica e l’ho messa subito in pratica”.

E a quel punto ?

“Bè, intanto ho corso tutto il regionale e poi ho cominciato ad andare ad allenarmi nella pista da cross a Darfo. L’anno dopo abbiamo noleggiato un pezzo di terreno vicino alla pista e abbiamo allestito, insieme ad alcuni amici un percorso fettucciato e giravamo lì dentro”.

Sulle piste sterrate, in mulattiera, sei andato ad allenarti?

“Sto cominciando adesso perchè fino all’anno scorso con il cinquantino era un po’ complicato.. ma da quando mi alleno con il 125 ci vado. Già a 13 anni quando ho preso il 125 della Honda, ho sempre usato quello per allenamento, ma pur sempre dentro il campo perchè non avevo la patente. Dall’anno scorso invece ho cominciato ad andare sulle piste, sugli sterrati ma qui nella mia zona ogni pilota si allena a modo suo e non è facile interagire. Quest’anno invece sto riuscendo a creare un gruppetto con gli amici, e poi c’è Osvaldo Armanni che mi porta sempre. Ho un mio amico, Luigi, con cui siamo sempre insieme e appunto Osvaldo, che mi fa allenare bene. Ma non dobbiamo dimenticare Christian Rossi e Gionni Fossati che mi portano a girare con loro”.

Quando corri, in gara, riesci a controllare la tensione oppure sei uno nervoso?

“Bè in gara è importante tirar fuori il jolly se si vuole vincere. Diciamo che ogni tanto devi prendere qualche rischio ma bisogna sempre pensare a quello che si fa. Prendere la moto ed andare a manetta sperando che vada bene non serve a niente. Se sei uno che spera e basta allora va a finire che trovi il sasso e voli per terra. Bisogna calcolare, anche se non bisogna esagerare, come per esempio ho fatto qualche domenica fa, all’Under a Bella, lì ho calcolato troppo e ho finito secondo – e ridacchia ricordando la gara, anche se la delusione era stata forte allora”.

Che tipo di pilota sei in gara, concentrato al punto da non vedere quello che hai intorno?

“Riesco ad essere concentrato ma mantengo la mia lucidità, mi rendo conto di quello che succede intorno a me. Se arrivo in una curva e c’è un pilota per terra, lo riesco a vedere con anticipo. E uno dei miei pregi è che non mi agito. Anche se in gara sto lottando per un secondo riesco sempre ad essere tranquillo, non ho mai l’agitazione del “come andrà”. Io so quello che son capace di fare e conosco il mio potenziale”.

Com’è cambiato Nicolas Pellegrinelli rispetto allo scorso anno?

“Lo scorso anno non ero a conoscenza delle mie potenzialità. Era il mio primo anno di 125 e le gare non erano andate benissimo, ero caduto qualche volta, non riuscivo a prendere confidenza con la moto e probabilmente essendo anche l’inizio in 125 non riuscivo a esprimermi al meglio. Quest’anno invece, visto che le ultime due gare 2010 erano andate bene, sono partito già più convinto, sapevo di poter guidare un 125 e di poter finire una gara. Ero più sicuro. Poi ho cambiato moto club e moto e mi sono sentito ancora più a mio agio”.

Quanto conta il moto club per un ragazzo che inizia a correre?

“Tanto, il moto club conta tanto. Oltre a provvedere agli aiuti economici, conta anche sul campo di gara. Ci dà consigli, suggerisce strategie di gara, e quando il moto club è numeroso è importante al momento degli allenamenti, e per i consigli prima del via di una speciale, in gara. Anche quando siamo in albergo, tutti insieme, è una bella cosa essere in un moto club numeroso. Sono tutte piccole cose che contribuiscono a metterti a tuo agio”.

Come ti hanno convocato al Team italia?

“Ci hanno mandato le convocazioni via mail – racconta ancora Nicholas – e ho visto negli indirizzi che c’erano anche Matteo Bresolin e Tommaso Mozzoni fra i convocati, così ci siamo messi subito in contatto fra noi. Matteo era già mio compagno di squadra, e  Tommy l’ho scoperto da poco; ci siamo avvicinati quest’anno e ho visto che è molto simpatico e socievole e sono felicissimo di questa squadra!”.

Obiettivi per quest’anno

“Bè sicuramente vorrei vincere l’italiano (cadetti 125 che sta disputando nel Campionato Under 23), far bene negli Assoluti, e nell’anno prossimo far bene sia negli Assoluti che nell’Europeo”.

Pensi che la Federazione ti stia tenendo d’occhio?

“Come  Team Italia siamo tanto seguiti, abbiamo un bel gruppo, un preparatore atletico, Cristian Rossi che ci controlla ed accompagna negli allenamenti in moto…insomma, ci tengono in riga e lo trovo giusto visto che siamo nel team della Federazione”.

E neanche a dirlo, tre giorni dopo quest’intervista Nicolas è stato convocato per la Sei Giorni che si svolgerà in Finlandia, nella città di Kotka, dall’8 al 13 agosto. In bocca al lupo!

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