ENDURO Questa settimana Axiver ha incontrato ed intervistato per voi il pilota, tricolore Major Master3 2011, Davide Dall’Ava.

In Enduro / Motorally

ne ho dovuti fare altri sei per riparare al danno”

La tua prima moto?

“Una Dds, Davide Dall’Ava San Roman, 50 cc, motore Minarelli, me l’aveva fatta mio padre. Me la costruì per farmi provare ma non ha mai insistito. Mi disse ‘vai, se ti piace puoi continuare’, non è un padre che vuole il figlio campione a tutti i costi e adesso corro fino a che mi diverto, quando non mi divertirò più smetterò”

E poi che successe?

“E poi mi piacque e quindi comprammo un Ktm 80 da minicross, avevo tra i 6 e i 7 anni”

Hai cominciato direttamente dall’enduro o prima un po’ di cross?

“Seguivo quello che faceva papà: lui cominciò dall’enduro, quindi fece anche velocità, poi passò ai rally mentre io feci dapprima un po’ di minicross, solo per girare, senza gare. Nel 1992 ho fatto le mie prime gare, con il 125, a 14 anni, nei cadetti dell’enduro. Ma in Liguria campi da cross ce ne sono pochi, e il livello non è alto, invece l’enduro è un’altra storia. Io vivo in montagna a 800 metri sul mare e quindi mi ci vuole un attimo a cambiarmi, saltare in sella e andare a girare”

Usi la moto anche in città, per i tuoi spostamenti?

“Per la verità non tanto. Mi fa un po’ paura andare in moto con il traffico di Sanremo e preferisco girare in macchina”

Che lavoro fai?

“Ho un ristorante”

Ah! L’ideale per un pilota che corre al sabato e alla domenica, nei giorni di maggior afflusso per un ristorante…

Scoppia a ridere e ammette: ”Infatti ci ho lasciato la mia ragazza, che mi da una mano, specie quando non ci sono. Riusciamo bene o male a gestirci, con gli orari e con tutto”

Ci sono altri sport che ti piacciono e che pratichi?

“Sì, mi piace molto sciare, e poi uso la bici da corsa, però lo faccio più per allenarmi che per passione pura, mi aiuta molto per la moto”

Ma come…e il mare?

“Ma sai che non sono un amante del mare? Mi piace di più la neve…”

Ma dai, non ci credo…

“E invece sì, non sono un appassionato di mare, né degli sport acquatici, però non vivrei mai in un posto senza mare”

Hai qualche passione segreta…

“Niente di particolare, diciamo che mi piace muovermi…Cammino volentieri, spesso con la mia ragazza andiamo a camminare. Mi viene facile. Mi piace anche viaggiare anche se purtroppo quando si gira con le gare non c’è il tempo di vedere nulla”

Visto il passato di tuo papà nei rally a te non è mai venuta la voglia di andare in Africa?

“Si, quando smetto con l’enduro di sicuro…magari a ottant’anni? e sorride

Con la navigazione te la cavi? Sai leggere un road book?

“No, assolutamente. Sono uno attivo, se vado mi piace guidare e correre, sennò niente. I motorally non mi fanno impazzire…papà ha fatto il Faraoni, l’Incas in Perù, l’Atlas e a me piacerebbero gare mitiche come quelle. Però papà mi stressa, dice che sono pericolose e non sarebbe tanto contento se io ci andassi…”

Lui si era fatto male allora?

“Eh sì, al Faraoni si ruppe 7 costole e una clavicola, lo portarono a Luxor in elicottero. Diciamo che in famiglia le fratture non mancano, siamo bravi a farci male”, e sghignazza mentre lo dice.

Immagino quanto sia contenta tua mamma…

“Eeeeehhh, contentissima, come no ! In più sono figlio unico e lei è ancora più disperata. Però penso che le cose riescano bene quando ci metti passione. Devi divertirti, quando diventano troppo professionali forse, smetti di divertirti, non so…penso sia così”

Cos’è cambiato in Davide Dall’Ava l’anno scorso? Come mai è arrivato questo titolo dopo tanti anni di inseguimento e battaglie?

“Non saprei..sinceramente devo dire che l’enduro poteva darmi di più..negli anni passati ho chiuso il campionato cinque volte secondo di classe e terzo per ben tre volte, c’è un po’ un rapporto di odio e amore…Tante volte, magari, ero davanti in campionato e poi capitava qualcosa, una rottura, una sfortuna…però sono conscio che non capitano per caso, non è solo sfortuna”

Ma c’è un tuo segreto, una cosa che ti riesce bene e che conta ai fini del risultato?

“Bè sì, c’è di buono che mi ricordo bene le prove. Ci vado tante volte, controllo bene i passaggi, e la passione per le passeggiate mi aiuta. Ma più che ricordarti i passaggi in speciale conta quanto rischi. Una speciale in linea ,a piedi, posso farla anche due o tre volte: è quella in cui vado meglio. Il fettucciato magari lo controllo una o due volte al massimo”

Come mai nella linea vai più forte? Non ti piacciono i fettucciati?

“Bè diciamo che non ho una guida molto pulita e poi da noi nel campionato ligure fanno dei fettucciati brutti e la conformazione delle montagne non ci aiuta. I piloti della Liguria sono sempre andati meglio nelle prove in linea”

Sei uno “spazzolatore”?

Ride di nuovo “Sì, spazzolo molto più degli altri, guido sporco e per questo faccio un chilometro in più degli altri, se facessimo il conto si vedrebbe” e ridacchia ancora.

Azzardiamo un pronostico per quest’anno?

“Bè speriamo di ripetere il risultato dell’anno scorso anche perchè nel 2011 è venuta abbastanza facile… ma da un lato anche difficile. Ho vinto la prima gara, poi al Brallo ho rotto, e di seguito ho fatto altri due primi mentre gli altri hanno avuto qualche problemino. Poi nell’ultima gara ho chiuso in terza posizione e ho vinto il titolo. Però è importante rimanere con i piedi per terra. Quello che abbiamo fatto nel campionato major andava fatto prima – ammette –  e quest’anno dobbiamo cercare di ripeterci”

E non hai cominciato male, la prima gara, a Cala Gonone, l’hai vinta…

“E’ vero, ed era la gara che temevo di più.  Guardando i tempi che ho fatto posso dire che non me l’aspettavo. Ero già stato in Sardegna per il Senior in passato e non mi era piaciuta la gara senza contare che avevo anche avuto un problema meccanico e non ero andato benissimo. Le altre gare mi piacciono, da Bobbio (che ha chiuso secondo domenica scorsa) a quella vicina a casa…e poi sono preoccupato della gara organizzata da Alessandro Marini…lui è pericoloso, ho già sentito strane voci…lui è capace di fare  30 linee e 20 estreme”… e riprende a ridacchiare.

E mi sembra di capire che a te le estreme piacciono…

“Si tantissimo, ho le gambe lunghe e quindi mi aiuto parecchio, riesco bene. Sono la mia salvezza…”.

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