venti anni nel garage quelle che per noi erano le più belle realizzazioni motociclistiche del momento.
Oggi sono stregato dalle moto d’epoca e custodisco gelosamente come fosse una reliquia una Suzuki Gsx-R 1100 del 1991, mentre per gli spostamenti quotidiani utilizzo una Honda Cbf 600.
Mi sono avvicinato alla Fmi in occasione di un raduno verso la metà degli anni novanta; al suo interno ho ricoperto vari ruoli, come quello d’addetto stampa della mia regione e di Rmt.
Il 2013 mi vedrà impegnato anche nelle vesti di Consulente Organizzativo Territoriale e di Allievo Commissario di Gara.
Per me è un onore rappresentare nella terza città d’Italia, la prima per bellezza, un’istituzione che ha oltre un secolo di vita. Ricordo che la Fmi, tra i suoi scopi, studia i problemi motociclistici e promuove la diffusione della conoscenza tecnico-motoristica; promuove e disciplina l’attività sportiva, le relative attività di promozione ed ogni altra manifestazione motociclistica; promuove e favorisce lo sviluppo del turismo motociclistico, anche attraverso l’organizzazione e la gestione di raduni e attività amatoriali non agonistiche; formula proposte e collabora con le pubbliche amministrazioni per l’emanazione di provvedimenti idonei a favorire lo sviluppo e la diffusione del motociclismo, per lo studio e la soluzione dei problemi relativi alla rete stradale, alla disciplina ed alla sicurezza della circolazione; promuove ed attua forme di assistenza giuridica, tecnica, didattica assicurativa ed ogni altra forma di assistenza utile agli interessi degli utenti dei motoveicoli ed allo sviluppo delle attività motoristiche. Per questi motivi mio primo obiettivo sarà la realizzazione di tavoli programmatici con i rappresentanti delle singole istituzioni locali. Spesso capita che i provvedimenti normativi che ci riguardano siano adottati senza nessun confronto.
Far ascoltare ai sindaci ed agli assessori competenti le nostre voci, specie se dall’altro lato non incontreremo dei sordi, sono convinto porterà a piacevoli sorprese. Per quanto riguarda la mobilità quotidiana tra i punti da affrontare ci sono quelli del pedaggio della tangenziale e dei guard rail. Sul primo sarebbe auspicabile la diminuzione dell’importo, vista la minore “invadenza” delle moto rispetto alle auto. Sul secondo aspetto, vigileremo affinché gli enti gestori non solo prendano atto che è incivile e vergognoso permettere di viaggiare in mezzo a delle vere e proprie cesoie, ma che dovranno effettuare i giusti interventi per rendere le strade a scorrimento veloce sempre più sicure e degne di uno stato moderno. A proposito di strade; quanti di voi hanno visto il proliferare tra le vie cittadine di percorsi degni di una speciale di Enduro? Quello delle buche sta diventando un ostacolo pericoloso al diritto alla mobilità. Bisogna far intervenire chi di dovere prima che sia troppo tardi. Diritto alla mobilità che è fortemente compromesso anche da quello che è diventato un caso sociale: il caro assicurazione. Senza entrare troppo nel merito, trovo semplicemente antidemocratico far pagare le colpe dei soliti noti agli assicurati onesti. Si distrugge in questo modo il piacere di andare in moto, si limita la possibilità di avere in esercizio meno mezzi di trasporto inquinanti, si mortifica l’indotto economico che gira intorno al settore. Tutte le sedi, da quelle locali a quelle continentali, saranno buone per tutelare il diritto ad assicurare le nostre amate a costi congrui.
Solo chi è distratto o è in mala fede non comprende che la moto rappresenta un mezzo di sviluppo economico e sociale. Più moto significa meno traffico, più motociclisti significa migliore qualità dell’aria. Più due ruote significa anche maggiore acquisti di caschi, giubbini, guanti, stivali, articoli after market, quindi immissione di denaro in circolo. Impegniamoci ancora di più a farlo entrare nelle menti di chi ci amministra. Si parla sempre di più di vocazione turistica di Napoli e dei comuni della sua provincia. Bene, perché non farlo anche attraverso il favorire di eventi come i motoraduni? Chi viene oggi a Napoli, sarà un domani il biglietto da visita per attirare l’arrivo di altre persone. Che bello sarebbe promuovere ancora di più il turismo anche attraverso il motociclismo.
A questo proposito mi piacerebbe che si organizzasse il “Raduno dei tre golfi”: Sorrento, Napoli e Pozzuoli. Tre incantevoli e magnifiche cornici, tre storie, tradizioni culturali ed enogastronomie da scoprire in moto. Che ne dite? D’altronde se i moto club partenopei sono tra i più premiati del panorama mototuristico nazionale qualcosa vorrà pur dire.
Cosa può rappresentare la tradizione per le moto? Il progresso di ieri, la trasmissione di vissuto, le bellezze da conservare. E’ utopico allestire un museo d’epoca itinerante che testimoni come si è giunti alle moto d’oggi? Non dimentichiamo che ciò che viviamo ora, molto probabilmente un domani sarà tradizione. L’educazione stradale sarà un altro dei fili conduttori della nostra attività. Entrare nelle scuole, nelle università e nei luoghi di aggregazione, significa non solo farci conoscere dai giovani ma anche educarli, attraverso il corretto utilizzo delle due ruote, al rispetto verso se stessi e gli altri. Per quanto riguarda le attività sportive, negli ultimi anni è aumentata la partecipazione di piloti che nelle varie discipline hanno sfidato i loro avversari anche su palcoscenici mondiali. Bisognerà facilitare l’intervento di chi ha voglia di investire sul loro talento. Poter contare su impianti come quello di Acerra e di Ponticelli è una grandissima ricchezza. Scommetto la mia Suzuki che un domani non troppo lontano festeggeremo dei campioni del mondo che hanno iniziato a muovere i primi passi su queste piste. Vi piacerebbe un’area Trial Indoor che giri le piazze principali? Da poco ho ricevuto la nomina e queste, per il momento, sono le prime idee che mi sono venute in mente. A breve giro organizzerò un incontro con i moto club della città e della provincia nella sede regionale del Coni-Campania. A partire da domani mi metterò in contatto con i presidenti dei moto club interessati perchè c’è tanto lavoro da fare e mi piacerebbe svolgerlo con l’ausilio, l’ascolto, l’intervento, i suggerimenti, le critiche, le proposte, i giudizi e la partecipazione ed il coinvolgimento di tutti, nessuno escluso.
Così, a mio avviso, molte problematiche saranno risolte, così si avrà modo di crescere ed ampliare gli orizzonti, così chi vive le strabilianti emozioni che solo le due ruote regalano avrà un motivo in più per essere orgoglioso di far parte della grande e storica famiglia della Federazione Motociclistica Italiana. E’ mia intenzione proporre al Comitato Regionale l’intitolazione del Trofeo Turistico Regionale al caro Gino Romanelli, recentemente scomparso. E’ a lui che dedico la mia nomina. Grazie Gino, grazie Fmi, grazie a voi che mi aiuterete a realizzare i nostri sogni.