Gli italiani alla Dakar: la sfida in Malle moto

Gli italiani alla Dakar: la sfida in Malle moto

Le storie di Manuel Lucchese e Diocleziano Toia, rispettivamente 3° e 4° lo scorso anno. Franco Picco che torna in moto per la sua 25° Dakar e un sogno: portare una Ducati al debutto in Sud America. Il ritorno di Livio Metelli dopo un ottimo 43° posto nel 2016 e il debutto di Matteo Olivetto.

lucchese

Manuel Lucchese

Una vera impresa, la malle moto, considerato che in questa classe si corre “da soli”, vale a dire senza assistenza. Ogni pilota ha a disposizione solo una piccola cassa, delle dimensioni 80cm x 45cm x 35cm, nella quale mettere ricambi e attrezzi e una borsa per i vestiti. La cassa è trasportata dal camion dell’organizzazione, e finita la speciale i piloti si mettono a lavorare sulla moto.

Al via della Dakar 2017, saranno ben cinque gli italiani, un record. Chi si avvicina a questa categoria ne rimane affascinato perché rappresenta lo spirito puro del rally. Non solo, ha un suo palmares. Lo sa beneManuel Lucchese, sul podio della malle lo scorso anno e 44° assoluto. “Cosa rende speciale questa categoria? La soddisfazione personale di giungere al traguardo potendo contare solo sulle proprie forze”.

Manuel, 28 anni alla sua 4° Dakar, ha un solo obiettivo: “punto alla vittoria di classe e vorrei migliorare il risultato assoluto. Non sarà facile perché gli avversari sono tosti: dal ex pilota MotoGP Jurgen Van De Goorbergh, vincitore lo scorso anno, a Julian Kozac (2° Malles Moto 2016). Ci sarà anche Diocleziano Toia (4° Malles Moto 2016) e Lyndon Poskitt, un pilota che ha già corso la Dakar e arriva alla partenza in Paraguay dopo aver fatto il giro del mondo in moto”.

Diocleziano Toia

Anche Diocleziano Toia punta al podio dopo lo splendido 4° posto dello scorso anno, nonostante sia arrivato a Rosario mezzo rotto (frattura della parte bassa del femore, frattura del piatto tibiale, crociato e collaretarale del ginocchio sinistro e anche un paio di costole per il capitombolo all’ultimo giorno): “un amatore non può competere con i professionisti per la disparità dei mezzi e del team di supporto. Nella Malle invece ho la possibilità di scrivere il mio nome nell’Albo D’Oro della Dakar. Mi sono avvicinato a questa classe perché consente di ridurre al minimo il budget per correre, ma poi sono rimasta affascinato dalla sfida. Non mi preoccupa perdere delle ore di sonno, sono abituato con il mio lavoro. Lo scorso anno ho perso 10 chili nelle due settimane di gara. Questa è la mia quarta Dakar, ne seguiranno altre”.

Franco Picco

Franco Picco ama le ricorrenze e dopo aver corso lo scorso anno in quad per festeggiare i 60 anni, quest’anno torna in moto per la sua 25esima Dakar: 19 corse (12 in moto, 6 in auto, 1 in quad) e sei in assistenza. “C’è sempre una buona scusa per correre la Dakar, cosa dovrò inventarmi il prossimo anno? Scherzi a parte, per festeggiare la mia 25a partecipazione nella competizione di fuoristrada più estrema e affascinate al mondo, mi rimetto in gioco e corro in malle moto. Punto a far bene, ma soprattutto mi piacerebbe riuscire a coinvolgere Ducati in questo progetto. Sarebbe stupendo correre con una moto italiana. Se non riesco, tenterò per il prossimo anno”.

Livio Metelli

“Lo scorso anno ho coronato il mio sogno. Ho corso la Dakar e l’ho pure finita. Avrei potuto fare ancor meglio a livello di risultato (43°), ma partivo indietro e ci sono voluti un po’ di giorni per recuperare posizioni e prendere il mio passo. Pensavo di aver concluso questa avventura, invece è come una droga. Devi tornare”, racconta Livio Metelli, 50 anni di Brescia e preparatore atletico di Alessandro Botturi, l’italiano più forte sulla Dakar. “Ho conosciuto la Dakar con il Bottu, un anno l’ho seguito in assistenza e l’anno dopo ho debuttato, quest’anno conto di sfruttare l’esperienza acquisita”.

Matteo Olivetto

Al battesimo in Sud America invece , Matteo Olivetto, di Monselice, Padova, che ha deciso di intraprendere questa avventura come regalo per il suo 40esimo compleanno. Pilota a 360 gradi, dopo aver viaggiato il mondo in solitaria (dalla Tanzania all’India, ad un Florida- Ushuaia in sella ad un Suzuki custom 600cc), o assistito a gare mitiche come il Tourist Trophy Isola di Man, quest’anno si cimenterà nei rally raid. L’amore per il rally raid è recente ma Matteo si è già fatto notare in gare internazionali come il Merzouga Rally, l’Hellas e quest’anno il Sardegna.

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