Alfredo Di Costanzo presenta l’intervista a Pasquale Di Fiore, giovane drifter campano.

Pasquale Di Fiore è uno dei piloti che questo fine settimana scenderà sul “Circuito del Sele” per il terzo e quarto round del Superdrift Challenge Professional. A Battipaglia, infatti, il campionato italiano Drifting sarà di scena per disputare gli appuntamenti più importanti della stagione. Tra questi, come detto, Di Fiore sarà tra i protagonisti: “Finalmente! – esclama il drifter – Dopo due anni in giro per lo stivale, si girerà a casa nostra. Tecnicamente mi avvantaggia conoscere la pista, ma essendo le gare imprevedibili, sarà un vantaggio minimo. Importante sarà rimanere concentrati, impegnarsi al massimo e rimanere umili. Solo così potranno arrivare ottimi risultati”.

La carriera agonistica di Di Fiore inizia contemporaneamente su un kart e su una due ruote: “Ricordo – spiega con un sorriso – che il primo kart fu acquistato grazie alla colletta di cinque appassionati. Mi sono cimentato in gare con un motard Honda 450 e con un’Aprilia 1000. Dopo qualche caduta di troppo, ho deciso di appendere il casco motociclistico al chiodo per indossare solo quelle delle quattro ruote. Ho conosciuto due ragazzi straordinari, Davide Montella e Marco Mongelluzzi, che mi hanno avvicinato alla disciplina più spettacolare su auto, che è il Drifting. Grazie a Giuseppe Pellegrino sono entrato a far parte del Team De Prisco Racing Motor”.

La squadra di San Marzano sul Sarno è stata la prima a volere due tappe meridionali del Superdrift Challenge Professional: “Il mio team – dice Pasquale – si è sempre speso per portare il Drifting nel meridione. A Limatola, sul Circuito Internazionale del Volturno, si è disputato il primo corso Drift del Sud, ed oggi possiamo dire che questo sport non conosce confini territoriali nella nostra penisola. La Campania, in particolare, si presenta ricca di strutture dove poter praticare in sicurezza questa passione”. La Bmw E46 accompagnerà Di Fiore nelle prossime sfide: “Ho – confessa – iniziato con una vettura Subaru. Era un toro scatenato e bisognava sudare sette camicie per tenerla a bada. Con lei non capivo se ero io a guidarla o il contrario….Da quest’anno, invece, mi cimento con una tedesca. Rispetto alla giapponese la trovo più gestibile, oltre che estremamente veloce. Una mano importante viene da Alfonso De Prisco, tecnico che dietro un aspetto pacato c’è un vulcano d’idee. A Battipaglia sarà lui il mio asso nella manica”.

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