A VALENCIA IL CUORE FERRARI Uno spettacolo motoristico che ha attirato gli appassionati ed i media di tutto il mondo per la prima volta fuori dall’Italia.

A VALENCIA IL CUORE FERRARI

Uno spettacolo motoristico che ha attirato gli appassionati ed i media di tutto il mondo per la prima volta fuori dall’Italia. Bene il guidoniano Lorenzo Casè vincitore del titolo mondiale e Sernagiotto dello stesso Team Motor/ Piacenza vincitore del titolo italiano. Al francese Misslin il titolo europeo.

La Formula Challenge Ferrari nacque sedici anni orsono per permettere ai proprietari delle potenti autovettura stradali di ritrovarsi e confrontarsi da gentleman driver. La Prima autovettura utilizzata fu la 208 GTS mentre dal 2000 è la F430 S a prestarsi a questo speciale campionato. Un auto da 490 cavalli e particolarmente briosa e particolare, basti pensare che il campione Renee Arnoux, dopo 166 GP di F1, a Valencia per avitare l’ultima posizione si è dovuto ritirare.

Dovizioso che ha portato la Maserati MC12 sul podio di circuiti come Le Mans è arrivato appena al 17° posto. Un macchina che si deve saper guidare.  La F430 S è in tutto simile alla gemella da strada, ad esclusione ovviamente degli scarichi, gli interni e i sedili che sono stati tolti e le sospensioni adatte per la guida in pista. Anche la centralina elettronica è uguale per tutti i piloti e non può essere modificata. A fine corsa i controlli della Fia e della Ferrari non lasciano spazio ad alcuna “frode”. La sportività di questa auto ha evidenziato una differenza anche dei valori in pista al punto che la Ferrari ha suddiviso lo Challenge in due categoria: il trofeo Pirelli per piloti più bravi e professionisti e la Coppa Shell per gli esordienti e i gentleman. Ulteriore divisione sono il campionato italiano e quello europeo insieme all’americano.

A Valencia dal 12 al 15 novembre si è concluso l’anno motoristico Ferrari che seppure non ha brillato come altri ha visto la partecipazione di 17.280 spettatori. Tutti appassionati Ferrari accorsi per salutare Fernando Alonso di poche parole per il divieto dello sponsor ma che è sembrato già uno di famiglia. C’era affianco al presidente Montezemolo  anche Felipe Massa reduce da quattro mesi di convalescenza e per la prima volta in pubblico. C’era Giancarlo  Fisichella con tutti i suoi rimpianti, che ha dovuto terminare anzitempo l’esibizione con la F60 per colpa dell’olio, come se l’accanimento della malasorte  contro questo driver non fosse bastato.

C’era Marc Genè con l’occasione mai arrivata e l’acrimonia di Badoer. Insomma una nave di speranza per un 2010 in cui Ferrari ha fretta di riscattarsi. Certamente lo Challenge mette la casa di Maranello nella opportunità di rendersi sempre più visibile e soprattutto vicino ai tifosi che la amano. Valencia non è stata soltanto la vetrina delle speranze Ferrari per il prossimo anno ma la tangibile manifestazione di interesse e di amore oltre ad una serie infinita di gare. Oltre allo Challenge Trofeo Pirelli mondiale vinto da Lorenzo Casè, seguito da Marco Mapelli (Rossocorsa) e l’austriaco Philipp Baron (Baron Service) si è corso per il Mondiale Shell vinto dal duo Sauto –Prinoth Ineco / MP seguiti da Gianluca Carboni Rossocors/ Pelli e da Massimo Mantovani Motor/ Malucelli.

A Valencia solo Gai era già campione tricolore per la coppa Shell mentre il trofeo italiano Pirelli è stato aggiudicato sulla pista Riccardo Tormo a Giorgio Sernagiotto che ha vinto le due prove in terra di Spagna valevoli per il titolo italiano. Come pure il trofeo europeo vinti a Valencia dal francese Misslin mentre Blancardi è finito terzo alle spalle dell’austriaco Baron. Le esibizioni della Ferrari Fxx, evoluzione della Enzo, le corse per le auto d’epoca le esibizioni delle F1 acquisite da privati hanno reso intenso e interessante le tre giornate all’insegna Ferrari.

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