Sul podio a Spilimbergo tutti i vincitori Passerella finale dell italian baja in piazza Garibaldi a Spilimbergo con premiazioni sul palco d’arrivo.pubblicate le classifiche finali assolute della gara

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Stranieri come sempre protagonisti principali della corsa “italiana” classifica finale assoluta cliccando qui

SPILIMBERGO_ Parla sempre straniero l’Italian Baja. Il polacco Krzystof Holowczyc (Nissan), navigato dal belga Jean Marc Fortin, ha vinto la diciassettesima edizione della corsa con il tempo totale di 3h40’01’’, davanti all’equipaggio russo composto da Bogdan Novitskiy e Vitaliy Evtekhov (G-Force Proto) staccato di 3’49’’ e a quello ungherese formato da Karoly Fazekas e Peter Maurer (Bmw X5) a 6’44’’. L’ultimo passaggio di oggi sul settore selettivo “Pierre Lartigue” – identico a quello di sabato dedicato a Edi Orioli, ma percorso in senso opposto – ha beffato il belga Joost Van Cauwenberge (Nissan), che viaggiava in seconda posizione e si è dovuto accomodare fuori dal podio, causa rottura del motore.

In una giornata resa plumbea soprattutto dalla preoccupazione per le condizioni di Nicola Dutto – lo sfortunato centauro caduto sabato nel primo giro delle moto rimane ricoverato all’ospedale di Udine e viene tenuto in coma farmacologico, per cui solo nei prossimi giorni si potrà sapere qualcosa sulle sue reali condizioni di salute – non sono mancate comunque le emozioni e lo spettacolo nel maestoso scenario del greto sul fiume Tagliamento. Holowczyc si è dunque parzialmente rifatto della batosta ricevuta nel post-gara di San Pietroburgo, con la squalifica inflittagli per irregolarità tecnica sul suo veicolo. Adesso nella Fia Cup for International Cross Country Bajas può contare 15 punti che lo mettono assieme al rivale Boris Gadasin al secondo posto, mentre Novitskiy balza al comando con 19 punti. ITALIANI.

Primo della graduatoria tricolore il padovano Giovanni Manfrinato (Renault Megane), assieme a Claudio Condotta, settimo assoluto a 16’37’’ da Holowczyc, tenendosi dietro come sabato il comasco Maurizio Traglio (Nissan Pathfinder) a 1’47’’, con la pordenonese Erika Pajer a leggergli le note. Terzo sul podio tricolore Mario Ricci (Nissan Navara) in coppia con Silvano Fattori, a 10’06’’ da Manfrinato. MOTO E QUAD. Un giro in meno per le ruote artigliate, causa decisione tecnica della direzione gara.

Oggi i centauri (ma ovviamente anche il resto dei concorrenti) erano ovviamente in pensiero per Dutto e non proprio dell’umore giusto per affrontare la gara alla massima velocità. Il percorso all’inverso è risultato particolarmente difficile e molto segnato dai passaggi della tappa di sabato, con i solchi profondi lasciati dalle auto. Primo delle due ruote è risultato un po’ a sorpresa Alberto Basso (TM) da Porcia in 2h55’51’’, protagonista di un duello tiratissimo con l’udinese Mauro Sant (pure su TM) che ha terminato secondo a soli 35’’ dopo che ieri aveva concluso in testa con il minimo margine (1’’).

Da segnalare il curriculum di Sant come meccanico di Edi Orioli e quindi parimenti artefice delle sue celebri vittorie in moto alla Dakar. Terzo gradino sul podio delle moto per Alex Zanotti a 3’08’’, primo del terzetto Aprilia con Paolo Ceci quarto a 3’54’’ e il cileno Lopez Chaleco quinto a 4’30’’. Incontrastato re dei quad (per lui parlano i cinque successi alla Dakar) il ceco Josef Machacek (Yamaha Raptor 700), primo con tempo totale di 2h55’51’’, infliggendo distacchi abissali a tutti. Il portoghese Rafael Acurcio De Sousa (Paoletti 450) ha regolato la pattuglia degli “umani” in 3h01’17’’, staccato di 5’26’’ dal battistrada, ma davanti a Denis Rossetto (Mgm) di 22’’ e Tiziano Sette (Ktm 525) staccato di 37’’.

Merita sottolineare la crescita dei praticanti di questa specialità e il numero sempre maggiore di partecipanti all’Italian Baja. Le moto a quattro ruote danno senza dubbio spettacolo e divertimento sia a chi le guida, sia a chi le guarda avanzare sul percorso, e contribuiscono al gradimento generale di questa manifestazione nel cuore degli appassionati di fuoristrada. Sperando che il prossimo anno si possano raggiungere tutti assieme dei traguardi ancora più prestigiosi.

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