Sintesi dei principali interventi di stamane in occasione del 6° Convegno ASI sui veicoli d’interesse storico e collezionistico in corso oggi 16 settembre a Roma in Campidoglio Sala della Protomoteca.

In Auto storiche

Saluto del Sindaco di Roma Gianni Alemanno da parte del rappresentante

Questo Convegno è di grande interesse per la città in quanto le manifestazioni di auto storiche sono entrate a far  parte integrante della vita culturale della città. Il Comune è molto sensibile alla circolazione dei veicoli storici.

Una delibera sta per essere discussa, che riguarda la circolazione di questi mezzi all’interno dell’anello ferroviario.

In una delibera c’è una novità importante la sostituzione delle carrozzelle a trazione animale con veicoli storici da utilizzare come taxi.

Introduzione Avv. Roberto Loi, Presidente ASI

Oggi parleremo della legislazione italiane ed europea riguardante i veicoli storici.

Ringrazio l’on. Enrico Pianetta che abbiamo sempre avuto al nostro fianco nelle situazioni più importanti.

L’ultimo convegno si che si era  svolto nel 2007

Aveva trattato i temi della circolazione dei veicoli storici temi  che sono stati sviluppati negli ultimi tre anni, anche grazie ai buoni rapporti con la motorizzazione civile.

Ora c’è tra gli appassionati un nuovo timore, quello relativo agli aspetti fiscali.

Nell’ultimo anno ci sono state segnalazioni di accertamenti effettuati ad alcuni collezionisti.

Negli atti notificati venivano segnalati valori d’acquisto e costi di manutenzione con parametri non adeguati.

Il convegno intende per fare chiarezza.

Occorre stabilire le modalità di utilizzo e valutare nuovi criteri di valutazione dei mezzi, più aderenti a parametri relativi al valore storico e non a quello economico.

Questa situazione ci ha indotti a preparare questo convegno.

L’attuale Governo non ha preso dei provvedimenti fiscali relativi ai veicoli storici. Quindi sembra che il veicolo d’epoca, per il Governo abbia un valore culturale e non costituisca elemento utile per valutare la capacità contributiva del cittadino-collezionista.

Dr. Pasquale de Lise – Presidente Emerito del Consiglio di Stato e Presidente del CISA

Questi incontri servono per aiutare il procedimento legislativo, dove gli organi competenti e il legislatore possono calibrare in modo migliore le leggi relative a questa materia.

I punti salienti del convegno sono: il valore culturale dei veicoli storici e il trattamento tributario dei stessi.

I veicoli storici sono dei beni importanti. Con la tutela di questi mezzi si tramanda la storia.

Però talvolta si presume che i loro costi di manutenzioni determinino anche il loro valore di mercato.

Lo Stato deve decidere se prevale la ragione fiscale (con gli indicatori di ricchezza) e se debba essere previsto che per determinati beni ci sia un’esenzione dall’applicazione degli indici di capacità contributiva.

Onorevole Enrico Pianetta.

Rappresento il Parlamento Italiano. Nelle epoche precedenti abbiamo fatto qualche battaglia per  la salvaguardia e la valorizzazione di un grande patrimonio. Soprattutto c’è la valorizzazione della competenza umana e la passione. Elementi preziosi da salvaguardare, importanti per la società.

Questo convegno può svolgere una grande funzione.

Loi ha espresso una grande preoccupazione per le questioni fiscali in un contesto italiano di difficoltà economica.

Credo che l’insieme degli elementi che ho evidenziato possano in quest’ultimo scorcio di legislatura far diminuire le preoccupazioni.

Tiddo Bresters –  Commissione Legislativa della FIVA ( Fédération Internationale des Véhicules Anciens)

In quanto Presidente della Commissione Legislativa della FIVA. Il mio compito è quello di monitorare gli sviluppi politici e legislativi nell’Unione Europea che potrebbero avere un impatto sulla proprietà o l’utilizzo dei veicoli storici.

Le aree dove l’UE è attiva e che riguardano i veicoli storici sono relative alle norme della sicurezza stradale e dell’ambiente.

C’è però una tendenza a rendere omogenee le politiche fiscali.

Non riteniamo opportuno agire sulla pressione fiscale esistente sulla vendita del carburante, noi collezionisti facciamo pochi chilometri.

Visto l’incremento del valore dei veicoli storici in generale e l’attenzione che talvolta ricevono le transazioni presso le aste, in particolare quando vengono pagate somme da record nell’ordine dei milioni, ci si può aspettare che il fisco di alcuni paesi mostri interesse per  il valore  di veicoli storici per poter applicare tasse sul capitale. Ma si tratta di casi estremi.

Andrew Turner – coordinatore FIVA della legislazione europea in materia di motorismo storico

Il mio lavoro consiste nell’evitare che le normative europee abbiano un impatto negativo sulla conservazione o l’utilizzo dei veicoli storici.

Anche se le norme non sono retroattive l’introduzione di nuovi parametri per le vetture nuove renderà inevitabilmente i veicoli storici sempre più inquinanti agli occhi dell’opinione pubblica.

19 Stati Europei hanno tasse più elevate per i veicoli più vecchi e/o per quelli che consumano più carburante.

La Commissione Europea vuole però omologare l’atteggiamento fiscale dei singoli stati verso i veicoli storici.

In Germania una legge federale del 2007 garantisce un’esenzione specifica per i veicoli storici dai requisiti di categorizzazione per qualsiasi Zona a Bassa Emissione.

FIVA cercherà ancora una volta di spiegare chiaramente il fatto che la Commissione Europea dovrebbe incoraggiare tutti gli stati membri a replicare il modello tedesco.

Quindi cosa possiamo dire riguardo al futuro?

Ho analizzato il sistema di tassazione, evidenziando il criterio generale del “chi inquini paga” che potrebbe essere dannoso per i possessori di veicoli storici.

Le iniziative della FIVA hanno contribuito a scongiurare in parte di queste minacce.

Ho evidenziato il valore culturale e il contributo economico dei veicoli storici.

Però in un futuro nel quale gli obiettivi della politica europea dei trasporti sarà quello di avere nel 2050 veicoli alimentati con carburanti convenzionali è chiaro che se il solo veicolo inquinante ad un semaforo sarà un veicolo storico.

E’ frutto di un vuoto/miopia politica che guarda solo in avanti senza lasciare spazio al retaggio e alle tradizioni.

Arch. Maurizio Vitelli – Direttore MCTC di Roma

Tutto il patrimonio frutto dell’ingegno dell’uomo nel campo dei veicoli non deve essere sprecato.

I veicoli storici non sono ferrivecchi.

L’atteggiamento che abbiamo quando trattiamo la sicurezza relativa all’utilizzo di questi veicoli è come quello che si ha nel caso di un oggetto architettonico.

Esempio: installazione gruppi luci su veicoli d’epoca, il contatto con l’ASI è costante e tutti i tecnici del ministero parteciperanno ad un convegno su questi temi, per trovare soluzioni univoche.

Dr. Giorgio Marzolla – esperto di Automobilismo storico

Automobili: oggetti in movimento. Come opere d’arte. Occorre poterle conservare, ma è necessario anche permettere loro di circolare. Non devono stare chiuse nei musei.

Le norme per circolare potrebbe prevedere alcune forme assicurative speciali.

Inoltre dovrebbero essere soggette ad una normativa delle revisioni più clemente.

Prof. Raffaello Lupi – ordinario di Diritto Tributario dell’ Università di Roma “Tor Vergata”

I veicoli storici sono come dei monumenti, occorre metterli in condizione di circolare.

La legislazione su questo tipo di temi come impatta? Ha senso riferire alle vetture d’epoca alcuni concetti della fiscalità.

“Il problema – dice Loi – sono i problemi derivanti dagli accertamenti fiscali”.

“L’ASI rilascia l’attestato, che certifica che il veicolo è d’interesse storico e collezionistico”. Basare gli accertamenti fiscali sul “redditometro” rappresenta una soluzione adeguata per un breve periodo.

Sulle vetture storiche ci sono accertamenti perché i dati sul numero di vetture di cui è proprietario un collezionista è disponibile al PRA.

C’è l’accertamento sintetico. Le vetture d’epoca sono inserite in un mosaico di fatti indizianti. Rispetto ad una vetture moderna è però una posizione più difendibile. La vettura d’epoca rappresenta teoricamente un costo zero. Chi ha però “scheletri nell’armadio” può trovarsi in difficoltà perché l’accertamento mira a determinare la capacità di spesa e quindi il reddito.

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