Il resoconto completo della Winter Marathon 2011 la vittoria ai coniugi bolognesi Canè-Galliani alla guida della Lancia Aprilia del 1938

In Auto storiche

Alla Winter Marathon ancora Canè-Galliani su tutti per i coniugi bolognesi en plein con il successo nel Trofeo TAG Heuer Barozzi

La quarta edizione della Winter Marathon organizzata dalla bresciana Vecars ha visto nuovamente trionfare il bolognese Giuliano Canè, che ha bissato il precedente successo del 2009. In coppia con la moglie Lucia Galliani ed alla guida di una Lancia Aprilia del 1938, il top driver emiliano ha prevalso sul giovane Giovanni Moceri (Alfa Romeo Giulia GT 1300 Junior, 1967) navigato da Valeria Dicembre e sul forte regolarista parmense Armando Fontana con Matteo Iotti, su una Porsche 911 del 1968. Quinti assoluti, sulla prima vettura anteguerra scoperta, i bresciani Riboldi-Guerini (Fiat Morettini 508 S, 1936): solamente decimi gli emergenti Cibaldi-Costa (Porsche 356 SC Coupé, 1963) da molti accreditati alla vigilia per un posto sul podio.

La cronaca della gara. Sono 199 le vetture che nel pomeriggio di venerdì 21 gennaio lasciano Madonna di Campiglio per affrontare 380 chilometri di gara, 35 prove cronometrate, 5 controlli orari e 1 controllo a timbro (unico forfait la Lancia Aprilia del top driver Ezio Salviato). Dopo le prime 7 prove cronometrate di Carciato e Caldes erano Fontana e Iotti a balzare al comando con 22 penalità (depurate dello scarto della PC peggiore fino a quel momento e calcolando il coefficiente), davanti a Canè e ai bresciani Aliverti-Donghi con 23, Clerici-Restelli (Porsche 356 SC Cabriolet, 1965) con 24 ed ai fratelli Scio con 29. Sesta posizione per Moceri (32) mentre Cibaldi e Rapisarda, con oltre 40 penalità, erano fuori dai primi dieci. Prima di entrare al Safety Park i concorrenti portavano a termine altre 4 prove che vedevano la Healey Silverstone degli Scio balzare al comando con 45 penalità davanti a Canè (51) e Moceri (52), mentre i giovani Marinelli-Vergani (Porsche 911 S del 1967) erano quarti. Fontana perdeva terreno scendendo al quinto posto davanti al bresciano Spagnoli, a Rapisarda e a Cibaldi che provavano a scalare la classifica, mentre Gamberini e Nobili si portavano al decimo posto. Le quattro prove del moderno centro di guida sicura di Bolzano premiavano la precisione della Triumph TR3A del varesino Roberto Crugnola (solamente 9 penalità totali), poi il serpentone delle vetture storiche affrontava il calare del buio per dirigersi fino a Canazei dopo 23 prove disputate per la sosta riservata alla cena. A questo punto della corsa Giuliano Canè provava a dare il primo scossone balzando al primo posto con 113 penalità davanti a Moceri con 130 e alla Fiat 508 C del 1937 di Gamberini-Nobili che saliva sul podio, con i sorprendenti Spagnoli-Parisi (Mini Cooper MK1 del 1968) quarti con 170 penalità. Fontana risaliva in quinta posizione (185) seguito da Rapisarda e Cibaldi mentre faceva capolino al decimo posto la Fiat Morettini di Riboldi e Guerini, prima vettura anteguerra scoperta in classifica. Dopo la cena i piloti erano chiamati ad affrontare altre 8 prove cronometrate con le salite dei Passi Pordoi, Campolongo e Gardena fino al controllo orario di Siusi. Al comando erano ancora Canè-Galliani (168) a precedere Moceri-Dicembre (192) mentre Fontana-Iotti, con 234 penalità, scalzavano Gamberini dal podio con Spagnoli quinto (272), Rapisarda sesto, Riboldi settimo e Pini-Carloni noni assoluti sulla Porsche 356 C Coupé del 1964. La sosta di Siusi consentiva ai piloti di riprendersi dal freddo grazie al succo di mela caldo offerto dalle autorità turistiche locali. L’ultima fatica della giornata era la novità del Passo Palade con le rimanenti 3 prove della giornata che davano il volto definitivo alla classifica: nessuna novità sul podio con il trio Canè-Moceri-Fontana che precedeva l’altro terzetto formato da Rapisarda, Riboldi e Pini mentre Spagnoli perdeva terreno chiudendo al settimo posto davanti a Crugnola-Vida, Scio-Scio e Cibaldi-Costa. Il conteggio delle penalità ai controlli orari faceva uscire dai giochi Gamberini-Nobili costretti da un guasto meccanico a pagare ritardo.

Oltre che per la massiccia partecipazione l’edizione 2011 si è segnalata per il freddo intenso che ha reso particolarmente difficile la vita ai piloti. Record di gelo sul Passo Pordoi (-15°C) con la temperatura sugli altri nove passi costantemente a cavallo dei -10°C. Particolarmente suggestivo il controllo orario di Folgarida con le luci delle fiaccole e il vin brulè ad accogliere i piloti e navigatori affaticati da quasi undici ore di guida quasi ininterrotta. Molti i ritiri per guasti meccanici che hanno ridotto a 163 le vetture arrivate al controllo timbro posto sul traguardo di Madonna di Campiglio. Ancora utilissimo in Direzione Gara il servizio offerto dall’OBU (On Board Unit) della N-eXT collocato su tutte le vetture in gara, sia dei concorrenti che dell’organizzazione: al direttore Gigi Bigatti sono giunte circa trenta chiamate di soccorso esclusivamente per allarmi meccanici e nessuna per allarmi medici. Problemi tecnici per la staratura di uno strumento provocavano l’annullamento di una prova sulle 35 totali previste.

I trofei sul laghetto ghiacciato. Qualche ora di sonno per tutti gli equipaggi e nel pomeriggio ancora grande spettacolo con il Trofeo MotorStorica, riservato alle vetture anteguerra scoperte, ed il Trofeo TAG Heuer Barozzi per i primi 32 equipaggi della classifica generale. Ad aggiudicarsi i due piatti d’argento messi in palio da Massimiliano Bontempi era l’equipaggio formato da Sandrolini e Venturi su Citroen 11 AL Roadster del 1937 (tempo 47”.90) che precedevano Riboldi-Guerini (47”.86) e Bettinsoli-Carpi (47”.77); questi ultimi, ritirati nella notte per un guasto meccanico alla loro Fiat 508 S Balilla Sport del 1933, riuscivano a ripararla nella mattinata di sabato, vedendo premiato il loro sforzo con un ottimo terzo posto.

Come sempre spettacolare la sfida ad eliminazione diretta del TAG Heuer Barozzi seguita da Teletutto e visibile in streaming su www.teletutto.it: a stappare il magnum di champagne Mountadon, è stato l’equipaggio bolognese Canè-Galliani che in semifinale ha prevalso sulla piccola Fiat 850 Spider del 1968 dei cremonesi Arzoni-Gregori. Terza piazza per Rampello-Bignetti (Alfa Romeo Giulietta Spider, 1960) che ha avuto bisogno di una manche supplementare della finale per il 3° e 4° posto per prevalere su Rapisarda-Piga (Fiat 600 Moretti del 1956) dopo l’ex-aequo della prima prova. Per tutti e tre gli equipaggi in premio un cronometro vintage di Heuer offerto dai gioiellieri bresciani Orietta ed Ennio Barozzi.

Le premiazioni. Grande seguito anche alla premiazioni della Winter Marathon presso il Centro Congressi PalaWrooom di Madonna di Campiglio con tutti i premiati presenti al ritiro di riconoscimenti e coppe. A fare gli onori di casa il Sindaco di Ragoli Matteo Leonardi, il Vice Sindaco di Pinzolo Walter Vidi e il Presidente dell’APT di Madonna di Campiglio-Pinzolo-Val Rendena Marco Masè che ha omaggiato l’equipaggio Canè-Galliani di una settimana di vacanza e i primi tre equipaggi bresciani (Riboldi-Guerini, Spagnoli-Parisi e Scio-Scio) di un week-end. Premi anche per Porsche Italia, che ha iscritto due vetture ufficiali alla gara, e per il Museo Storico dell’Alfa Romeo di Arese che ha affidato a Salvinelli-Gastaldi una rara Giulietta SZ Coda Tronca del 1961. Fabbri-Bertieri, 33esimi assoluti e primi esclusi dalla sfida sul laghetto ghiacciato, si sono aggiudicati l’ambito trip master Tripy II di Blizz Timing mentre la dea bendata premiava il concorrente numero 168 (Ceriotti-Bacchetti, Fiat 850 Coupé del 1968) con il sorteggio di un Quad.

Dopo i ringraziamenti a sponsor, Forze dell’Ordine, Commissari CSAI e collaboratori la cena di gala ha chiuso la quattro giorni della manifestazione organizzata da Vecars che si metterà presto al lavoro per allestire il prossimo appuntamento di sabato 16 aprile con la quarta edizione del Franciacorta Historic

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