Il Salone Auto e Moto d’Epoca 2012 ha riscontrato un ottimo successo tra il pubblico: moltissimi appassionati hanno infatti affollato i numerosi stand della Fiera di Padova per vedere e toccare con mano alcuni pezzi della storia dell’automobilismo e del motociclismo. I padiglioni del Salone non erano affollati unicamente da esperti del settore: molte famiglie e persone incuriosite dalla spettacolarità di questo evento unico nel suo genere hanno deciso di visitare Auto e Moto d’Epoca 2012. Solo nei primi giorni più di sessanta mila persone hanno visitato Auto e Moto d’Epoca 2012, oltrepassando il record di presenze dell’anno scorso ed enfatizzando la crescita esponenziale che ormai da anni caratterizza questo Salone.
Mario Baccaglini, patron di Auto e Moto d’Epoca, ha dichiarato, orgoglioso e soddisfatto degli ottimi risvolti dell’edizione 2012 del Salone:
“Anche quest’anno gli appassionati ci ha
Due delle iniziative più interessanti presenti ad Auto e Moto d’Epoca 2012 sono il concorso d’eleganza Povere ma Belle e l’Asta al Ribasso. Quest’ultima consiste nella vendita di alcune vetture d’epoca come in una vera e propria asta, fatta eccezione che si parte da un prezzo fissato e lo si diminuisce via via fino a quando qualcuno fa la prima offerta, aggiudicandosi così l’auto. Con questo format di asta alcune vetture saranno vendute anche ad un solo euro, permettendo così a chiunque di potersi aggiudicare un’auto storica.
L’asta è battuta da Motorasta, un’organizzazione italiana che si occupa di aste di veicoli e con sede a Treviso. Durante l’asta il banditore non chiede chi tra il pubblico è disposto a pagare di più la vettura, bensì inizia da un prezzo prefissato per poi scendere continuamente per un minuto. Chi bloccherà la discesa del prezzo si aggiudicherà l’auto in oggetto, pagando il valore al quale è stata fermata l’asta: non bisogna quindi attendere troppo per non farsi sfuggire un’occasione.
Povere ma Belle ha raccolto moltissimi consensi tra il pubblico, entusiasta dell’unicità del format di questo concorso d’eleganza aperto unicamente a vetture con più di 25 anni e con un valore di meno di 12 mila euro. Auto storiche da veri appassionati, che curano le proprie vetture anche stando svegli di notte, tenendo maniacalmente traccia di ogni intervento che viene effettuato e cercando di mantenere l’assoluta originalità di tutti i componenti.
Durante la prima giornata di Povere ma Belle sono state premiate le coupé e le piccole berline, che hanno ricevuto un premio molto particolare, non la classica coppa o targa, ma un ricordo unico ed indelebile di questa manifestazione. Mario Baccaglini, ideatore del concorso, ha deciso di far realizzare una scultura in vetro da uno degli artigiani più importanti al Mondo, Cristalli Varisco. La Italo Varisco e C. SNC ha infatti realizzato dei premi in cristallo incisi e molati interamente a mano appositamente per Povere ma Belle.
A valutare le vetture alcuni giudici d’eccezione, tra cui il curatore del concorso Pietro Galtarossa ed il direttore di Ruoteclassiche Raffaele Laurenzi, che hanno preso in esame ogni singola vettura controllandola nei minimi particolari e decretando le vincitrici. Ad aggiudicarsi il premio Povere ma Belle della categoria coupé è stata la Fiat 1900 Granluce del 1953 di Pietro Sinigallia. Al secondo posto la Volkswagen Karmann Ghia del 1965 di Michele Brusa ed al terzo posto la Ford Consul Capri del 1962 di Marco Tadini.
Nella categoria riservata alle utilitarie, le vetture che una volta erano auto di tutti i giorni e le piccole berline, la vittoria di Povere ma Belle è andata all’Acma Vespa 400 del 1958 di Franco Dameno. Al secondo posto la Citroen Ami 8 del 1976 di Michele Brusa seguita sul terzo gradino del podio dalla Steyr Puch 500 DL del 1959 di Matthias Beschi.
Mario Baccaglini, ideatore del concorso ed organizzatore del Salone Auto e Moto d’Epoca, entusiasta per il successo di Povere ma Belle ha dichiarato:
“Le vetture iscritte al concorso hanno tutte un valore di meno di dodici mila euro: la bellezza delle vetture non è un business, ma è unicamente dettata dalla passione del possessore. Il fatto di restaurarle e di mantenerle in vita in queste condizioni fanno sembrare queste vetture come se fossero appena uscite dal concessionario, grazie alla passione che solo chi le ama riesce a dargli. Tutti gli appassionati apprezzano la volontà di tenerle in vita e la voglia dei proprietari di utilizzare auto il cui valore di mercato è basso ma con un valore emozionale è altissimo. Qui chi vince è solo la passione.”