D.A-D.D. alla 33. Dakar: Caffi ha resistito fino al deserto di Atacama poi il ritiro del bresciano che non è riuscito a ripartire da Capiapo con la Fiat Panda 4×4 del team Pandakar.

In Rally Raid

D.A-D.D. alla 33. Dakar: Caffi ha resistito fino al deserto di Atacama

Il bresciano non è riuscito a ripartire da Capiapo con la Fiat Panda 4×4 del team Pandakar. L’ex pilota di Formula 1 si è dovuto arrendere insieme al compagno di squadra Loris Calubini nel corso della terribile prova speciale disputata nel deserto di Atacama in Cile. Nella prima settimana di gara il testimonial di D.A-D.D. non è mai stato il fanalino di coda nella massacrante avventura sudamericana nonostante la vettura più piccola fra quelle partite da Mar del Plata.

Caltanissetta, 10 gennaio 2011- Alex Caffi sta tornando a casa: la sua partecipazione alla 33. edizione della Dakar si è conclusa a Capiaco, in Cile dopo una intensa prima settimana di gara con la Fiat Panda 4×4 del team Pandakar.

Il brasciano è stato apprezzato testimonial di “Drivers against drug and drunk”, il progetto sociale ideato nel 2007 dalla Creo MSC di Geatano Maria Migliore, per sensibilizzare i giovani ─ dai 13 ai 35 anni di età ─ dai rischi della guida sotto l’effetto di droghe e alcol anche sulle insidiose piste argentine e cilene.

“Quella della Dakar non è solo una gara ma un’esperienza di vita – racconta Alex -. È un’avventura che non si limita alla tappa da percorrere in macchina nei lunghi trasferimenti o nelle speciali affrontate al buio, ma si estende ad ogni momento della giornata, al bivacco, in tenda. È una cosa che ti entra dentro un po’ alla volta e ti coinvolge”.

A Caffi l’avventura in coppia con Angelo Fumagalli davvero non è mancata sullla piccola Panda 4×4: sulle alte dune del deserto di Atacama, il più asciutto del globo, la piccola Fiat ha arrancato: “Il sogno era di arrivare a Lima e, purtroppo, non ci siamo riusciti, ma abbiamo vissuto lo stesso delle emozioni incredibili: i tratti di speciale nella notte sono stati da brivido. Non si vedeva niente e perdersi era facilissimo. Ne abbiamo viste di tutti i colori, ma siamo andati avanti con tutta l’adrenalina che avevamo in corpo”.

Non hanno pesato nemmeno le notti insonni: “Si cercano i limiti della vettura e quelli dell’uomo e si scoprono capacità che non credevamo di avere. Abbiamo dormito molto poco, eppure la stanchezza non si sentiva, tanta era la voglia di andare avanti”.

Lo stop è arrivato in Cile a pochi chilometri dal bivacco di Copiapo dove ci sarebbe stata la possibilità di riprendersi con una giornata di riposo: “Calubini sull’altra Panda 4×4 aveva bruciato la frizione a 100 km dal traguardo ed è stato trainato dal camion Mercedes Unimog del capo spedizione Verzelletti, ma poi ho avuto problemi anch’io ed è stata la fine…”.

La Dakar per il testimonial di “Io guido, non devo”, che è un convinto assertore della campagna sociale sulla sicurezza di D.A-D.D., è stata un’esperienza illuminante: “Sono ancora più convinto della validità educativa di una iniziativa sociale nella quale credo”.

Alex avrà giusto il tempo per rientrare in Italia, prima di riprendere la valigia:“Torno a casa con tante cose da raccontare ai miei figli, non so se avrò abbastanza tempo per raccontargliele tutte prima di partire per Abu Dhabi!”.

Caffi, infatti, con i colori D.A-D.D. parteciperà subito ad un altro appuntamento impegnativo perché sarà in pista a Yas Marina per la 12 Ore Gulf con la Lamborghini Gallardo del team Bonaldi.

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