In questi giorni stiamo lavorando in giro tra alcune località tipiche degli sport motoristici e siamo tornati sul “luogo del delitto” di Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta e Francia, e mi rendo conto che il Piemonte in primis è sceso in basso dal punto di vista rallystico.
Nella seconda metà degli anni ’80 eravamo i numeri uno nei rally in Italia e nel mondo, anche per merito della super realtà rappresentata dalla Lancia e dal suo strapotere nel Mondiale.
Ma pensiamo per un momento soltanto alle gare: tra Piemonte e Liguria erano coinvolti due rally mondiali (partenza del Montecarlo e Rally di Sanremo), ed oggi non ne abbiamo nessuno. Potevamo contare su una gara dell’europeo, con annesso il campionato italiano e con validità svizzera: il rally della Lana. Ed ora, che cosa è rimasto di tutto questo?
Nel Campionato Italiano c’era il Sestriere, il Limone (oltre al suddetto Lana), e se contiamo il due Ruote motrici ci possiamo mettere anche il Rally di Torino che mi pare sia valso anche, per alcuni anni, per il titolo svizzero (come anche l'”Ossolane”). E poi, per continuare l’elenco, ricordiamo anche il Lanterna e l’Aosta.
Insomma, nel giro di poche centinaia di chilometri avevamo tutto il meglio del rallysmo italiano, europeo e mondiale. Oggi, con qualche validità, ci rimangono soltanto il Sanremo , il Lanterna e il Valli Cuneesi. Di lì in poi, il nulla.
E’ vero, qualcosa si sta facendo, se consideriamo il ritorno a buon livello della Cesana – Sestriere e del Rally della Lana, ed il tentativo di ripristinare il Giro d’Italia: ma parliamo di auto storiche, che fare invece con le moderne?
Con ciò, auguro a tutti un buon FERRAGOSTO di pensieri positivi, con la speranza che a settembre, con l’avvio dei calendari 2015, qualcuno ci contatti e magari accetti da noi un paio di idee per portare di nuovo una gara ad alto livello nel Nord Ovest d’Italia, su strade nuove, inedite e con tante possibilità di realizzazione.