Pandarino : in Giappone un raduno quasi come Panda a Pandino
Foto: uifficio stampa Pandarino
Mentre i pandisti di tutta Europa si preparano per il grande evento di Panda a Pandino, che si terrà a Pandino (CR) il 17 e 18 giugno e che, nell’edizione del 2019, ha visto la partecipazione di 939 equipaggi, domenica 28 Maggio si è tenuto a Hamamatsu, nella città di Shizuoka, in Giappone, il raduno di Fiat Panda “Pandarino 2023”.
All’incontro sono accorsi oltre 300 proprietari dell’utilitaria Fiat in compagnia della propria fida Panda. Il raduno è nato nel 2008 quando, con l’avvento dei social, vennero create le prime community online di appassionati della Panda, vettura che in passato aveva venduto parecchi modelli nel Paese del Sol Levante, soprattutto grazie alla sua semplicità e al design della matita di Giugiaro, molto apprezzato in Giappone.
I primi anni le auto partecipanti erano circa una ventina ma col passare del tempo la community cresce e, strano ma vero, prima dell’evento italiano “Panda a Pandino” era il raduno di Fiat Panda più numeroso al mondo con oltre 300 vetture iscritte e tantissimi partecipanti e curiosi.
Quest’anno, per la prima volta, ha partecipato anche un italiano e appassionato di Panda: Stefano Scoleri che, grazie all’interessamento del car-influencer William Jonathan, pandista più attivo di Italia e volto noto nel mondo dell’auto, è riuscito a far proiettare un video in cui la Crew degli organizzatori di Panda a Pandino ha inviato un video-messaggio per gli amici del Sol Levante. Da buon fan dell’utilitaria torinese, Stefano è sempre stato presente sin dall’inizio di Panda a Pandino. Lo staff di Pandarino è stato molto onorato della presenza di un italiano al raduno, al punto di assumere un interprete per tutta la durata dell’evento. Stefano e William Jonathan hanno così creato un collegamento tra i due più grandi gruppi di appassionati della Panda al mondo e a Pandino ci sarà una bella sorpresa.
Un rigraziamento doveroso al Pandista giapponere Yoshinori Kimura per aver consentito di realizzare che tutto ciò.
Ma perché la Panda in Giappone?
È risaputo che qui le auto europee o meglio straniere non vanno molto, per due motivi: primo i giapponesi sono nazionalisti, comprano per la maggiore prodotti dei propri marchi e secondo perché l’industria automobilistica locale va forte e offre auto per ogni uso, ogni gusto e ogni prezzo. Vanno fortissimo le Kei-car,auto molto piccole con determinate regole da rispettare (di dimensioni e motore massimo 660cc) per avere una forte scontistica sulle tasse e, in alcune città, l’esenzione dal dimostrare di possedere un parcheggio, cosa che invece accade con le normali auto. Ma nonostante tutto la Panda arriva, piace e vende bene. I proprietari ne amano il design, la praticità, la facilità di parcheggio e l’affidabilità. È importante sottolineare come le Panda per il mercato giapponese siano molto ben accessoriate rispetto a come tutti noi conosciamo la piccola utilitaria, quasi tutte sono provviste di aria condizionata, vetri atermici e una buona percentuale hanno il doppio tetto apribile in tela, molti gli esemplari “Selecta” a cambio automatico. Impossibile non citare la “Panda Sportiva” prodotta esclusivamente per il mercato giapponese, con cerchi in lega dedicati, volante e pomello cambio in pelle, minigonne laterali e altri accessori che le donano un look veramente interessante ancora oggi.