Per Arianna Casoli quinto titolo nella NASCAR Whelen Euro Series
foto di Nina Weinbrenner
L’esperta pilota matildica (foto Nina Weinbrenner) chiude l’ottava stagione nella serie continentale festeggiando il quarto alloro nella classifica femminile della categoria Euronascar2.
È reggiana la pilota di maggior successo della serie NASCAR europea (riservata a vetture da 5.700cc per 400 cavalli): Parliamo di Arianna Casoli, la quale ha terminato la sua ottava stagione nella NASCAR Whelen Euro Series brindando al quarto titolo della classifica femminile (categoria ribattezzata ‘Lady’).
Al poker nella classifica delle quote rosa si aggiunge il titolo nella classifica dei piloti Over 40 (categoria Legend) conquistato nel 2020, per una ‘manita’ di successi che non ha precedenti nella storia della serie continentale riservata alle spettacolari e grintose vetture che danno vita alla più popolare categoria automobilistica americana. Altri due primati contribuiscono a rendere Arianna Casoli un’icona del campionato: il numero di vittorie nelle singole gare nella classifica Lady (40) ed il primato di presenze (91) nella categoria Euronascar2.
Il titolo femminile è arrivato a Zolder (Belgio), nel sesto ed ultimo atto di una stagione per certi versi sofferta ma che ha visto Arianna conquistare un buon sedicesimo posto nella classifica generale della categoria Euronascar2 con 242 punti, ed il settimo tra i piloti Over40. “A Zolder abbiamo vissuto un fine settimana incredibile, nel quale abbiamo attraversato le quattro stagioni in due giorni, vista la fortissima variabilità meteo – racconta non senza un sorriso Arianna -; per dire, abbiamo iniziato l’ultima gara sull’asciutto e terminata – senza cambiare pneumatici – sotto la pioggia battente. Non proprio una passeggiata…”.
A rendere tutto più difficile, un problema fisico che ha condizionato la conduttrice reggiana nella seconda parte del campionato: “Fare un bilancio di questo 2023 non è facile – spiega Arianna, che ha corso per il secondo anno consecutivo su una Ford Mustang della squadra francese Speedhouse -. In termini di prestazioni, sono stata piuttosto altalenante a causa del riacutizzarsi di un problema alla spalla e al braccio destro. Ci sono poi stati diversi malumori per un importante cambiamento regolamentare che, in caso di neutralizzazioni, ha fortemente ridotto la presenza della safety-car a favore di un regime di bandiere gialle; scelta poco gradita anche al pubblico e che ha privato del tipico spettacolo delle ripartenze ‘corpo-a-corpo’ caratteristiche della Nascar. Per contro, sul piano umano non posso che ringraziare Lucas Lasserre, Marco Raggi ed il team SpeedHouse per il lavoro sempre impeccabile svolto sulla macchina e, soprattutto, per i bei momenti condivisi insieme nei weekend di gara; ho apprezzato tantissimo anche Ulysse Delsaux (il pilota che portava in gara la mia auto nella categoria PRO) e la sua splendida famiglia i quali, insieme ai miei famigliari ed ai miei sponsor, hanno contribuito a rendere speciale anche quest’altra stagione”.
Al di là dei successi in pista, Arianna Casoli – che nella vita di tutti i giorni è architetto paesaggista di parchi divertimento e graphic designer – si congeda dalla sua ennesima stagione al volante portando con sé un aspetto su tutti. “Si tratta di un particolare che è forse il motore che mi rende orgogliosa di far ancora parte di questo mondo così al maschile, nonostante tutte le avversità incontrate. Ho sempre avuto un seguito abbastanza nutrito da parte dei bambini ed essendo donna e mamma la cosa mi ha sempre reso orgogliosa; ma quest’anno, più che mai, tantissimi genitori sono venuti con i loro figli a conoscermi, e la frase ricorrente è stata : “voglio far capire ai miei figli che le donne possono fare tutto, anche nei mondi considerati al maschile. Grazie per l’esempio che dai loro”. Ecco, mi fa piacere che la mia esperienza contribuisca a far comprendere quanto il motorsport possa dare alle donne e che correre in macchina sia anche per noi una cosa assolutamente fattibile. Ci vogliono tanta determinazione e dedizione, si fanno molti sacrifici , ma soprattutto bisogna imparare a relazionarsi con un ambiente maschile piuttosto ‘impegnativo’ che non sempre collabora per rendere le cose semplici”.