Dopo diverse partecipazioni e la vittoria nelle ultime due edizioni del Mondiale, mi spiace dover comunicare che la Chiesa Corse non prenderà parte al prossimo Campionato del Mondo KF1 di kart.
I motivi che muovono questa comunque difficile scelta sono diversi.
In primo luogo la decisione secondo cui si può intervenire sui propri motori solo in parco chiuso, non mi convince. Un conto è sorteggiare i motori, un altro è costringere un motorista a dover lavorare senza i propri strumenti ottimali presenti nel proprio van, bensì all’interno del parco chiuso di una pista. Il rischio è di vedere situazioni al limite della praticabilità. Mettiamo che una casa costruttrice abbia commesso un errore tecnico e che al termine del primo turno di prove libere tutti i piloti che utilizzano un determinato motore si ritrovino con il proprio propulsore “grippato”. Come possiamo immaginare che un singolo tecnico, a parco chiuso, possa porre rimedio a questi guasti in tempo utile da permettere a tutti i piloti di partecipare al successivo turno di prove libere?
In secondo luogo c’è la questione costi: i motoristi non riescono a fornire il loro supporto dovendo far fronte alle eccessive spese del sistema. Secondo regolamento, infatti, anche se una casa motoristica segue un solo pilota, è costretta a inviare 10 motori in ognuna delle cinque tappe previste dal calendario in tutto il mondo, tra i quali sorteggiare quello da utilizzare in gara. Una pratica, questa, che rischia di allontanare tutti i costruttori che non riescono ad ammortizzare i cospicui costi.
Altro capitolo merita la decisione secondo cui, in ogni momento del weekend Mondiale, si possa cambiare il motore di un pilota, sostituendolo con quello utilizzato da un altro concorrente. Apprezzabile l’intento di voler equiparare tutti, ma questa decisione annulla completamente la professionalità dei singoli piloti. Il modo infatti in cui il motore sarà utilizzato, sforzato, portato al limite da un pilota X, non sarà lo stesso di quello Y; con il rischio che il pilota X, magari più accorto ed esperto nel valutare come un propulsore vada trattato nei diversi momenti del weekend, si ritrovi un motore al limite della rottura nei momenti decisivi di una gara. Inoltre, per quanto la decisione possa essere accettata da un pilota ufficiale in linea con le decisioni del team, questa lo sarà meno per un pilota privato che, pagante, non accetterà di buon grado di vedersi togliere un motore che fino a quel momento era stato molto performante.
Altra conseguenza possibile di questo regolamento che potrebbe destabilizzare il lavoro di un weekend, è quella riguardante gli “accessori” dei motori. Mentre i motori vengono messi in parco chiuso, il cablaggio, il carburatore e la marmitta non seguono la stessa procedura; questi, però, nonostante il diverso trattamento, vengono coinvolti nel momento in cui vengono cambiati i motori fra un pilota e un altro. Tradotto significa che gli “accessori” di un motore non messi sotto controllo, possano essere non a norma, e compromettano, magari, una corsa importante.
Aggiungo un ulteriore pensiero: posso capire le ragioni di un voler “rimescolare le carte” nell’arco di un weekend di gara: il sorteggio dei motori, la possibilità di scambio degli stessi tra piloti ad opera della Federazione… Ritengo però che questo genere di regole si addica di più a delle gare amatoriali con kart a noleggio. Nelle quali va benissimo che i concorrenti, in nome del divertimento, si scambino il kart (e magari le posizioni in griglia) al termine di gara 1 e in vista di gara 2. Ben diverso, però, secondo me è il discorso per quanto riguarda una competizione mondiale, di altissimo livello. In questo caso la professionalità di team, piloti, motoristi deve primeggiare su ogni cosa. Le recenti scelte della CIK-FIA relative ai motori non permettono ai singoli partecipanti di mettere in mostra la propria professionalità, in quanto la gara di un singolo potrebbe essere pregiudicata dall’utilizzo di un motore ricevuto da un altro concorrente che non dispone dello stesso livello di professionalità.
Questi sono i motivi che hanno spinto la Chiesa Corse a non prendere parte a una competizione alla quale ha sempre tenuto e della quale è stata recente protagonista. Ma in questo 2012 non sussistevano le condizioni base dettate, a quanto riferisce proprio la CIK-FIA, da lunghi confronti con i grandi costruttori. Ma la domanda, a questo punto, sorge spontanea: se i costruttori avessero tanto desiderato questo tipo di regolamento per la KF1, perché lo stesso non è stato modificato anche nei campionati WSK Promotion?
Ultimo ma non ultimo: ricordo un recente Mondiale, l’edizione 2010, alla quale avevano partecipato molti piloti (oltre 100). Sarebbe bastato ripartire da là per studiare una formula vincente per il karting mondiale. Sarebbe bastato aggiungere un giorno in più al programma di gare in modo da consentire lo svolgimento di un maggior numero di manche, cosa non verificatasi al tempo. Inoltre per tutelare i piloti che chiamiamo “privati” sarebbe fondamentale eliminare le gomme speciali andando a utilizzare una gomma omologata CIK-FIA senza la formula di pagamento “leasing” come avviene adesso. Bisognerebbe poter reperire le gomme per la competizione mondiale in un qualunque negozio nel mondo.
Invece si è deciso di stravolgere completamente il format Mondiale del 2010 (raggiungendo anche un numero 5 di prove totali che, per pure ragioni economiche, sicuramente non aiuta la partecipazione dei privati al Mondiale), per ritrovarci oggi in grande difficoltà nel reperire piloti disposti a correre il Mondiale 2012.
Rimane quindi la curiosità di capire quanto questo format, a detta della Federazione studiato per coinvolgere un maggior numero di piloti privati, riuscirà ad attirare nuovi driver non supportati dalle Case ufficiali.