KARTING Dal 27 febbraio 2010 è in edicola TKart – Tutto Kart n. 3

COVER STORY: Nyck De Vries, quindicenne olandese, è già un piccolo campione del karting avendo vinto tutto quello che c’era da vincere in KF3. Ora, dopo il doppio salto di categoria, lo attende una stagione difficile in SKF. Ma intanto ha firmato un contratto con la McLaren…

EDITO
Baby campioni

Benvenuti nel mondo del kart, macchinario ”infernale” che sforna talenti del volante. Prima lo pensavo, forse perché me lo avevano detto e ci avevo creduto. Adesso ne ho la certezza: il kart sforna talenti. O meglio: il kart ti permette di capire, da subito, chi con il volante ci saprà fare e chi no. Lo hanno capito tutti, a partire dalle scuderie di F1, che sempre di più buttano uno sguardo qua giù, per vedere chi si distingue.

E a volte succede che allunghino anche le mani, per prendere (nel vero senso della parola) qualche pilotino da mettere sotto contratto e da supportare negli anni a venire in vista dello sbarco nella massima formula. Lo ha fatto la McLaren anni fa con Lewis Hamilton e lo rifà oggi con Nyck De Vries, del quale leggerete ampiamente più avanti. Ma si possono vedere con così largo anticipo le qualità di un ipotetico campione di F1? Ed è giusto che un team di F1 si permetta di intervenire nella carriera di un pilota quando questo è ancora poco più che un bambino? Se i risultati sono  quelli visti con “l’operazione Hamilton”, allora sì.

Perché se è vera la teoria secondo la quale qualunque pilota, anche il più stupido, se debitamente allenato e con una budget potenzialmente illimitato può arrivare a guidare dignitosamente una F1, allora tanto vale cercare il pilota meno stupido in circolazione e puntare in maniera decisa su di lui. E per capire se un ragazzo ci è o ci fa con un volante tra le mani, basta guardare una gara di kart. No, errore. Non basta guardare una sua gara, bisogna seguirlo passo passo durante un intero campionato.

È necessario guardare come si comporta al volante, certo, ma anche come si muove nel paddock, come (e se) lavora sul proprio telaio, se dispone sempre di materiale al top e via dicendo. Ponderando questi elementi si può capire fin da subito se la stoffa del campione c’è. Poi, per carità, guidare un’auto è un’altra cosa. Mettersi al volante di una F3 o una F1, risulta essere totalmente differente. C’è chi esce dal kart da campione, ma una volta approdato alle auto non combina nulla. Solitamente, però, chi si dimostra sveglio, intelligente, veloce, determinato e serio fin da giovanissimo, difficilmente farà male in futuro e deluderà le aspettative. O no, Nyck?

Yanek Sterzel

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