Justin Wilson, pilota inglese impegnato nel campionato Indycar, è morto ieri per le conseguenze dell’incidente che lo ha visto sfortunato protagonista nella gara di domenica scorsa, a Pocono.
L’evento si è verificato durante la 200 miglia di Pocono, valida per la Verizon IndyCar Series. Durante il 180esimo giro sui 200 previsti, la vettura del team di Chip Ganassi guidata da Sage Karam si è schiantata contro il muro di recinzione alla curva 1, causando lo spargimento di diversi detriti lungo la pista, come sempre accade in questi casi (soltanto nel corso di questa gara si erano già verificati altri 6 incidenti analoghi). Purtroppo, uno di questi detriti (nello specifico pare si sia trattato della parte frontale del musetto della vettura di Karam, di dimensioni piuttosto grandi) ha colpito in pieno in casco di Justin Wilson che seguiva a breve distanza Karam.
Il pilota inglese ha subito perso conoscenza, terminando la sua corsa con un impatto, nemmeno troppo violento, contro il muretto di protezione interno al tracciato. Si è trattato di un incidente che ricorda molto da vicino quello che coinvolse Felipe Massa in Ungheria, con il pilota brasiliano che venne colpito in pieno da una molla persa dalla vettura di Barrichello finendo esanime contro le protezioni. Le conseguenze, però, in questo caso sono state drammaticamente peggiori.
Wilson è rimasto immobile nell’abitacolo della sua vettura. I soccorsi sono intervenuti trasportando il pilota inglese direttamente all’ospedale più vicino con un elicottero, dove Wilson è giunto in coma per un violento trauma cranico. Poche ore dopo, tuttavia, l’organizzazione della IndyCar ha diramato un comunicato per annunciare la morte del 37enne britannico.
Nella sua carriera, Wilson ha vinto 7 gare in Indy, dove aveva gareggiato per ben 174 volte. In precedenza, dopo aver vinto il campionato di F3000 nel 2001, era stato impegnato anche in Formula 1, correndo con la Minardi e la Jaguar e conquistando anche dei punti mondiali nel GP di degli Stati Uniti del 2003.