Stessa provincia, Arezzo; pressoché identico lo scenario, le colline toscane; addirittura invariati alcuni protagonisti. Ma dall’ottobre 2011 a settembre 2014 è completamente cambiato il clima. Tre anni fa l’intervento della Forestale ad una gara di enduro a Castiglion Fiorentino (FI) fece tremare il fuoristrada nazionale; oggi la Federazione Motociclistica Italiana, i Moto Club organizzatori, piloti o semplici praticanti e perfino le istituzioni siedono allo stesso tavolo, dialogano, perseguono i medesimi obiettivi.
Se n’è avuta la conferma a Montevarchi (AR) in occasione della tavola rotonda “Fuoristrada: convivenza tra motociclismo e territorio”, organizzata dalla FMI e dal Corpo Forestale dello Stato alla vigilia della quarta prova del tricolore Enduro Under 23 – Senior ed andata in scena nella sala stampa del Crossodromo Miravalle, grazie all’ospitalità del Moto Club Brilli Peri.
Per la FMI erano presenti il Vice Presidente, Giovanni Copioli, il Presidente della Commissione Normative Fuoristrada, MarcoMarcellino, il Responsabile delle Politiche Istituzionali, TonyMori, il Presidente del Co.Re. Toscana, Andrea Vignozzi, e il Responsabile della comunicazione, Giulio Gori; per il Corpo Forestale dello Stato hanno presenziato il Comandante Provinciale di Arezzo, Colonnello Claudio D’Amico, e il componente dell’Ufficio legislativo politiche agricole, MarcoMazzi; non sono mancati i giovani vertici del MC Brilli Peri, Alessandro Mugnaini (Presidente) e Giulia Lucacci (Vice-Presidente), l’On. Rolando Nannicini – già Sindaco di Montevarchi e molto vicino all’attività del Moto Club prima dell’esperienza parlamentare – e, infine, la passerella degli amministrat
ori locali con il Sindaco di Montevarchi Francesco Maria Grasso, accompagnato dall’Assessore allo Sport Giovanni Rossi, ed i primi cittadini o i loro delegati di Bucine (Pietro Tanzini), Laterina (Massimo Magnanini) e Rapolano Terme (Valentina Magi). Gremita la platea in cui hanno trovato posto, tra organizzatori, politici e semplici praticanti, anche degli esperti come Alessandro Marini, Referente Regionale della Commissione Normative Fuoristrada FMI e il Direttore di Gara Angiolo Barbagli.
Il confronto ha inevitabilmente preso mosse dagli episodi di criticità – tra le forze dell’ordine, gli organizzatori ed i piloti – verificatisi in Toscana ma ha poi presentato uno scenario attuale in cui i fuoristradisti (singoli od organizzati ma comunque tutelati dalla Federmoto) e CFS si trovano schierati sullo stesso fronte.
La linea guida per il futuro, ribadita in questa occasione da Tony Mori, è: “Né permissivismo né proibizionismo”, per praticare il fuoristrada nel rispetto dell’ambiente e delle regole della circolazione, ma senza assurde ed ingiustificate limitazioni. “Il fuoristrada è uno sport che ha un impatto – ha affermato con realismo il Comandante D’Amico – ma si può conciliare la voglia di andare in moto nella natura con il rispetto delle leggi; quindi oggi possiamo affermare che la convivenza tra moto e territorio è possibile. Agli eventi del 2011 e del 2013 la Federmoto ha reagito nel modo che ha consentito a tutti di andare avanti: ci disse “aiutateci a capire se e dove abbiamo sbagliato”. Noi rispondiamo che l’alternativa alle cose mal fatte non è non farle ma farle bene. Così riusciamo a farci considerare tutori della legge a beneficio di tutti i fruitori del territorio, anche dei motociclisti”. Concetto rafforzato da Copioli, il quale ha affermato che “la FMI difende i diritti dei suoi tesserati contemperandoli con il rispetto delle norme”. Il Vice Presidente FMI ha inoltre ricordato la redazione del fondamentale vademecum per i Moto Club organizzatori, anche di Trial e Motorally, disponibile sul sito www.federmoto.it ed ha annunciato l’avvio, a Polcanto (FI), del primo corso per Guide Fuoristrada, approvato nel Consiglio Federale dell’11 settembre.
Gli esempi delle recenti Leggi regionali di Emilia Romagna e Lombardia rappresentano il punto di arrivo di un assiduo ed infaticabile dialogo con le Istituzioni e le forze politiche ma anche una base per ampliare a tutta la penisola un approccio corretto alla tutela ed alla fruizione dell’ambiente che consenta ai motociclisti di svolgere la propria attività. “In Italia c’è tanto spazio disponibile – ha detto Mori – non c’è bisogno di andare a toccare le aree a maggiore tutela. Ma gli enduristi – ha rilanciato – si sentono ambientalisti, puliscono i boschi, riaprono le vecchie strade, in futuro adotteranno i sentieri come già fanno altri appassionati della natura”.
In definitiva, come ha osservato Giulio Gori, si è assistito ad un salto di qualità del dibattito, uscito dalle pastoie del semplice rapporto trasgressione-repressione e ora cresciuto di livello: si parla di conoscenza del territorio, condizione fondamentale per evitare eccessi e poter svolgere senza barriere immotivate la propria attività.