Enrico Zandonà succede a se stesso Nuovo successo davanti a Roberto Loda
Enrico Zandonà respinge ogni assalto. Il pilota veronese, alla guida di una Formula Reynard, si impone anche nella seconda edizione dello Slalom Sette Tornanti, superando l’agguerrita concorrenza di colleghi come Roberto Loda (Formula Vst), Alessandro Tinaburri (Formula Gloria C8 Evo), Fabio Braghè (Formula Gloria C8), Paolo Fulgoni (Formula Gloria C8 Proto) e Daniele Cristofaro (Formula Arcobaleno), il più veloce dei piloti trentini. Zandonà ha ipotecato il successo grazie ad una seconda manche inarrivabile per gli avversari, nella quale ha conquistato i 132,10 punti sufficienti per imporsi.
Non ha limato il proprio 129,91 dello scorso anno, ma l’impresa era improba, dato che quest’anno il direttore di gara ha diminuito lo spazio fra le “birillate” e ha ridotto anche quello nel quale potevano passare le vetture senza commettere penalità, allungando così il percorso e riducendo la velocità. Zandonà si è imposto nella prima e nella seconda salita, ma non nella terza, poiché è incorso in una penalità per aver toccato un ostacolo. Poco male, dato che aveva già messo al sicuro il suo successo e a quel punto stava correndo solo per il record. Nell’ultima manche si è così imposto il bresciano Roberto Loda con il punteggio di 134,71, che gli è valso comunque il secondo posto, un bel risultato per un driver all’esordio su questo tracciato.
La sua piccola Formula Vst ha dimostrato di muoversi con grande agilità in mezzo alla dieci “birillate”, così come si è ben comportato il piacentino Alessandro Tinaburri, secondo un anno fa. Questa volta si è messo al volante di una vettura velocissima nelle cronoscalate come la piccola Gloria C8 Evo, che abbiamo visto guidata da Federico Liber nelle ultime edizioni della Trento – Bondone. Simili le auto dagli altri du e piacentini Fabio Braghè e Paolo Fulgoni, che si sono accomodati ai piedi del podio, precedendo Daniele Cristofaro, che corre con una vettura preparata insieme al papà. La prima della auto coperte è la appariscente Fiat 127, giallo canarino, di Marco Riboni, dotata di un motore molto performante, che ha chiuso con appena un punto in meno rispetto al trentino Filippo Gennari (Renault Clio Rs).
Per quanto riguarda i gruppi, la Scuderia Destra 4 ha fatto propri i primi due posti nell’A con Corrado Ciaghi (Renault Clio) e Alfonso Dalsass (Citroen Saxo), terzo si è piazzato Simone Broggio (Opel Corsa). Nel gruppo N esulta Christian Manzoni (Peugeot 106 16v), seguito da Thomas Moser (Peugeot 106 Rally) ed Ercole Giorgi (Peugeot 106 Rally). Nel gruppo S gradino più alto del podio per Marco Riboni, al volante di una potente Fiat 127, seguito da Matteo Togn (Volkswagen Golf S-S6) e Gianfranco Basso (Opel Kadett).
Passando alle vettu re storiche, ad imporsi è stato Giovanni Emilio Rizzi su Fiat X1/9 Dallara con 164,13 punti, davanti a Stefano Segnana (Volkswagen Golf Gti) e Brunello Chiappini (Fiat X1/9). Erano 12 quelle in gara.
«Sono felice di aver vinto con una vettura diversa da quella che ho impiegato lo scorso anno – ha affermato Enrico Zandonà – e anche di aver superato una concorrenza agguerrita. Vedere al via ben sei monoposto, abbastanza rare in questo tipo di competizioni, penso che sia un indicatore probante della crescita di questa gara». Battere il record era una chimera? «Con le file di birilli più vicine e meno spazio per transitare obiettivamente sì, magari con una vettura preparata ad hoc ci si può provare il prossimo anno.
Numeroso il pubblico che si è posizionato ai bordi della strada, per seguire le tre manche, speso armato di tende, barbecue e sdraio, esattamente come avviene per la sorella maggiore di questa competizione, la Trento – Bondone. Ora già si guarda alla terza edizione.
Soddisfatto del sesto posto assoluto il trentino Daniele Cristofaro. «Il mio obiettivo era arrivare in fondo a tutte le manche e divertirmi, quindi non posso lamentarmi di come è andata. Gareggio con una macchina un po’ antiquata, per cui non potevo pretendere di più».
Dà qualche vantaggio correre sulle strade di casa? «Più in una gara lunga come la Trento – Bondone, che in una così corta, ma siccome quest’anno non ho potuto prendervi parte per un infortunio, mi ha fatto piacere percorrerne un pezzo grazie allo slalom».
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