DAKAR 2025, PRIMA TAPPA: 33° PIAZZAMENTO PER IL TRUCK #619 DELL’EAGLE RACING TEAM
FOTO copertina ©FOTOP_Duda-Bairros
FOTO passaggio tappa 1 ©FOTOP_Vinicius-Branca
FOTO passaggio tappa 1 ©FOTOP_Vandrei-Stephani
4 Gennaio 2025, Bisha (Arabia Saudita) – Gioco duro alla Dakar. Com’era da aspettarsi, il rally-raid più estremo al mondo ha messo alla prova i suoi equipaggi sin dalla prima tappa, con una speciale di 413 km disputata fra piste sconnesse e pietraie. Archiviato il prologo con il 35^ piazzamento (27’57” al finish) e dopo aver risolto in serata un problema alla ventola del radiatore, l’Eagle Racing Team è partito per il primo stage della Dakar alle 9.52 (ora locale) di questa mattina.
Alla guida del MAN Tga 850 CV T5.1, il pilota bresciano Paolo Calabria, con gli amici e compagni d’avventura Giuseppe Fortuna (navigatore) e Loris Calubini (meccanico), ha affrontato una prova speciale impegnativa sia per la guida che per la navigazione per via di innumerevoli incroci di piste.
“Questa mattina siamo partiti dal bivacco di Bisha molto motivati e soddisfatti di aver risolto il problema relativo all’aumento della temperatura dell’acqua riscontrato nella seconda parte del prologo di ieri -racconta Paolo Calabria- Il camion si è comportato bene sin da subito; purtroppo però qualche sbaglio nella scelta del percorso da seguire ci ha fatto perdere un po’ di tempo prima di ritrovare la giusta traccia. Dopo un centinaio di km, a causa delle forti sollecitazioni sul terreno molto sconnesso, si è danneggiato il supporto della strumentazione di navigazione: ci siamo fermati per cercare di ripararlo ma, così su due piedi, non è stato possibile per cui abbiamo deciso di staccare dalla piastra i vari strumenti e rimandare la riparazione all’arrivo al campo”.
Prosegue Calabria: “Navigare in queste gare è già difficile di per sé, figuriamoci con il GPS e il monitor del roadbook digitale tenuti in mano mentre si è su un veicolo che corre veloce su piste sterrate con dossi, buche e ogni altra tipologia di ostacolo naturale. In queste condizioni diventa difficoltoso il semplice riuscire a leggere le informazioni necessarie ad affrontare il percorso e con il calar del buio è ancora peggio. L’Iritrack (il sistema che fornisce il monitoraggio in tempo reale dei veicoli e che può anche essere utilizzato dagli organizzatori per parlare direttamente con il pilota; se un concorrente si ferma improvvisamente, la direzione gara può contattarlo per chiedergli se è tutto a posto, ndr) lo abbiamo appoggiato a terra, sotto i piedi del navigatore. In questo modo purtroppo all’organizzazione risultava che il nostro camion si fosse ribaltato perché lo strumento non era in posizione verticale. Ci hanno chiamati più volte per sapere cosa fosse successo e se avessimo bisogno di assistenza medica o altro. Per farla breve, alla fine abbiamo capito quale era il problema e ci siamo chiariti con la direzione gara. Questi disguidi ci hanno però fatto perdere almeno un paio di ore e al bivacco di Bisha siamo arrivati solo vero le 23. Per fortuna, lavorando alcune ore siamo riusciti a sistemare il supporto della strumentazione. È stata una giornata decisamente lunga e complessa e la seconda tappa, la 48H, che ci attende i prossimi due giorni è tutt’altro che semplice. Ma siamo fiduciosi! D’altronde questa è la Dakar”.
Il MAN #619 dell’Eagle Racing Team ha tagliato il traguardo della prima tappa con un tempo totale di 10h 12’42”, chiudendo al 33° posto della classifica provvisoria camion e al 183° nella generale.
Domani, 5 Gennaio, e lunedì 6, ad attendere i concorrenti della Dakar è la 48H, una tappa speciale introdotta nel rally lo scorso anno. In questa edizione prevede 967 km (cui vanno sommati 91 km di trasferimento) da percorre in due giorni: scaduto il tempo previsto per effettuare la prima parte (ore 17, le 15 in Italia) i partecipanti dovranno raggiungere la “break zone” (sono 6 e sono distribuite lungo la riserva naturale Majami al’Hadb, territorio delle lepri d’Arabia) più vicina in base allo stato di andamento della propria gara e fermarsi per la notte. Questa formula prevede aiuti e assistenza solo fra concorrenti, tenda e sacco a pelo, acqua, razioni di emergenza e poco altro. Si potrà ripartire all’alba del giorno successivo (lunedì 6, dalle ore 7) per completare il percorso e raggiungere il finish a Bisha.