ASA 2016: a Monza si è raccontata l’epoca eroica del motorsport italiano
Se esistesse uno strumento in grado di misurare la passione per i motori, a Monza lo scorso week end sarebbe certamente andato in tilt.
Nei box dello storico circuito italiano – a proposito, che tristezza vederlo in un tale stato di trascuratezza, non è certo questo il modo per impressionare Ecclestone… – si sono ritrovati, per iniziativa di Paolo Calovolo e Motoritalia, i protagonisti che hanno reso celebre nel mondo l’automobilismo sportivo italiano degli scorsi 50 anni e forse più. C’erano gli uomini (e le donne!), e c’erano i mezzi. C’era la storia, c’era la tecnica, c’era la passione. C’era l’odore di benzina (e financo del gasolio, perché una 131 Abarth Diesel corse nel 1977, lo sapevate?), c’erano le gocce d’olio sul pavimento (poche, pochissime, queste vetture sono ancora perfette!), c’erano le targhe su sfondo nero e c’era il sound di motori riconoscibili ad occhi chiusi, al primo giro di bielle e pistoni.
State pensando che sono tutte cose già viste e riviste? Allora, state trascurando quello che, a nostro giudizio, è il vero valore aggiunto di ASA 2016: la memoria storica, il sentimento, l’emozione che ciascuno dei protagonisti presenti ha regalato a piene mani all’uditorio dei talk show. Erano previsti diversi appuntamenti “a tema”, che si sono trasformati in momenti di incontro tra amici, avversari, compagni di squadra e colleghi in cui si è fatto a gara a raccontare aneddoti, memorie, episodi e pensieri. Storie già note e rivelazioni inedite, considerazioni malinconiche e battute esilaranti che hanno “calamitato” il pubblico nei box dell’autodromo, tutti ad ascoltare, ad applaudire, a fotografare, a cercare autografi.
Ecco, per noi il ricordo di ASA 2016 sarà soprattutto legato ai talk show, il vero motivo per cui valeva la pena esserci. Perché le nostre fotografie (guarda la
fotogallery delle auto e
quella dei protagonisti) vi racconteranno quello che avreste potuto vedere se non avete partecipato ad ASA, ma nessuno strumento, nemmeno quello in grado di misurare la passione per i motori, potrà mai trasmettervi il “brivido dentro” che ha provato chi ha potuto ascoltare dal vivo tutti quegli eroi del motorismo italiano che fu.